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Farmaci: lo studio, 60% prezzo non ha origine da costi R&S

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Roma, 3 apr. (AdnKronos Salute) – La formazione del prezzo al dettaglio di un farmaco ha origine non solo dai costi di ricerca e sviluppo (circa il 40% del totale), ma anche dai contributi delle attività di importazione. Vendita all’ingrosso, dettaglio, e componente fiscale incidono per la parte rimanente, pari a circa il 60%. E’ quanto emerge dal Rapporto sull’Industria farmaceutica elaborato dall’Area Research & Investor Relation di Banca Monte dei Paschi di Siena.
Il mercato farmaceutico mondiale è raddoppiato durante gli ultimi 10 anni e le vendite nel mondo hanno superato per la prima volta la soglia ‘psicologica’ dei 1.000 miliardi di dollari nel 2014. Ma la spesa farmaceutica italiana è inferiore alla media europea e statunitense, mentre la distribuzione avviene attraverso una rete di oltre 18 mila farmacie.
Quello farmaceutico è uno dei settori industriali più dinamici nel mondo e in Italia, con importanza strategica della catena distributiva. L’alto tasso di produttività e la crescita delle esportazioni del nostro Paese lo rendono di interesse primario per tutta l’economia. Il rapporto si occupa in particolare della formazione dei prezzi dei farmaci e della distribuzione, un segmento di attività economica molto strutturato e di diffusione capillare. Anche in Italia, nonostante il contesto economico molto difficile nel 2013, il farmaceutico era cresciuto di poco meno del 6%, con il 72% dell’intera produzione destinato all’esportazione.