Home Nazionale Expo: Ferrandi torna in via De Amicis, tifosi più violenti dei black bloc

Expo: Ferrandi torna in via De Amicis, tifosi più violenti dei black bloc

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Milano, 7 mag. (AdnKronos) – Dal bianco e nero di una foto diventata un’icona degli ‘anni di piombo’ ai black bloc: via De Amicis a Milano – 38 anni dopo – mostra un’immagine di commiato. Mario Ferrandi, ex terrorista di Prima Linea, aveva 21 anni quando impugnò la pistola che uccise il poliziotto Antonio Custra. Era il 14 maggio 1977. Lo scorso primo maggio nel corteo ‘No Expo’, nello stesso tratto di strada, è iniziata la guerriglia urbana. “L’immagine che mi ha colpito di più – ho seguito la vicenda sui giornali e sul web – è quella distesa di tute, scarpe, fumogeni e martelli. Ci ho visto la fine del Novecento come secolo delle masse”, dice all’Adnkronos.
Il riferimento è al libro ‘Massa e potere’ di Elias Canetti che “descrive, meglio di chiunque altro, l’emozione e la suggestione della manifestazione di piazza. In quella distesa di felpe abbandonate ci ho visto il commiato. Per molti è la continuazione o l’inizio di una stagione nuova di conflitti e disordini, io ho visto la fine di un’epoca”. Quando si sono ‘spogliati’ “dei loro strumenti di offesa hanno come detto addio a un secolo”, le loro armi abbandonate “mi sono sembrate la rappresentazione di una rinuncia epocale”. Pagato il debito con la giustizia e da anni “molto alla larga” da queste manifestazioni, per Ferrandi “è ovviamente una sublime idiozia spaccare una vetrina a casaccio, però proverei ad andare oltre l’esecrazione rituale”.
Esagerato parlare di Milano messa a ferro e fuoco. “Si tratta di incidenti modesti, uno sfogo rabbioso, uno spettacolo, una forma intenzionalmente scandalosa di teatro di strada. Per me – spiega – la violenza è altro: non lanciare bombe carta o imbrattare la vetrina di una banca”. Se l’intenzione era rovinare la festa Expo “hanno ottenuto quello che volevano”, ma “non è andato in scena nulla di diverso da quanto accade negli stadi italiani”. All’annuncio della tessera del tifoso “avvennero incidenti a opera degli ultrà molto più gravi. Se il benpensante preferisce avere l’auto distrutta da un tifoso perché un dimostrante furibondo evoca altri scenari è un discorso diverso. Le tifoserie sono serbatoi di voto, i presunti anarchici non portano consensi”.