Home Attualità Carè (Fond. E. Casoli): investire sulla cultura per migliore organizzazione

Carè (Fond. E. Casoli): investire sulla cultura per migliore organizzazione

0

Roma, 26 feb. (Adnkronos/Labitalia) – “Le nostre iniziative formative sono rivolte ai dipendenti delle aziende, a prescindere dai loro ruoli. Abbiamo cominciato nel 2007 a sperimentarne l’efficacia in Elica, coinvolgendo direttori,operai, impiegati e quadri e, nel tempo, altre aziende ci hanno chiesto di sostenere altre iniziative formative, invitando gli artisti a realizzare opere in azienda”. Lo spiega a Labitalia Deborah Carè, direttore della Fondazione Ermanno Casoli e direttore della comunicazione di Elica, a proposito dell’originale metodo formativo avviato dalla Fondazione Casoli, basato interamente sull’arte contemporanea.
“L’arte contemporanea mette tutti sullo stesso piano -dice il direttore- perché normalmente impatta persone che non se ne occupano. Ecco perché le nostre ‘classi’ sono eterogenee, manager e operai insieme, perché di fronte all’arte siamo tutti uguali. E questo è un valore. Le aule ‘miste’ dal nostro punto di vista sono molto più interessanti”.
Uno dei progetti di successo della Fondazione si chiama E-Straordinario. “E’ un progetto tipico di formazione: viene invitato un artista a realizzare un lavoro in azienda coi dipendenti -spiega Carè- e mentre si realizza questo lavoro, si passano dei messaggi che diventano metafore che il trainer aziendale poi traduce in input organizzativi. E’ un progetto di investimento sulla cultura che incide sui comportamenti organizzativi”.
A volte queste iniziative formative hanno dato vita anche a veri propri prodotti artistici e di design. “Abbiamo invitato -spiega Carè- in vista di un’occasione per noi molto importante, il Salone del mobile, un artista, Sissi, e l’abbiamo ospitata per un anno con le nostre maestranze”.
“Il progetto ha prodotto delle sculture e dei disegni -conclude Carè- e tutto questo è diventato una mostra nel Salone. E il grande successo è che non solo poi la mostra è stata ospitata da un museo di arte contemporanea come il Mambo ma la cosa interessante è che è stato inserito nell’Adi Index 2013 e cioè il mondo del design l’ha riconosciuto come un vero lavoro”.