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Alimenti: mangiare a colori il segreto della dieta mediterranea

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Milano, 25 ago. (AdnKronos Salute) – Mangiare a colori per contrastare malattie e danni dell’invecchiamento. Il segreto che fa della dieta mediterranea un caposaldo della prevenzione, riconosciuto dalla scienza a livello internazionale, si nasconde nei pigmenti che ‘dipingono’ gli ingredienti tipici dello stile alimentare all’italiana: in particolare negli antociani, i responsabili della gamma cromatica che dal rosso al blu ‘accende’ frutta e verdura. Lo ricordano Lucia Guidi e Marco Landi del Dipartimento di scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’università degli Studi di Pisa, autori di un contributo dal volume ‘Handbook of Anthocyanins: Food Sources, Chemical Application and Health Benefits’ (Nova Science Publisher).
Gli studiosi dell’ateneo toscano riportano nel libro il contenuto di antociani nei principali alimenti, stilando una sorta di classifica dei cibi miniera di antociani. La lista vede in testa l’uva nera (800-900 mg di antociani ogni 100 grammi), seguita da ciliegia (350-400 mg per etto), ribes (80-420 mg) e olive (55-430 mg), fino ad arrivare al vino rosso (24-35 mg).
Grazie alle loro proprietà antiossidanti, gli antociani possono contribuire alla prevenzione di malattie cronico-degenerative associate alla produzione di radicali liberi. Il loro nome deriva dal greco (anthos, fiore e kyanos, blu); sono tra i pigmenti più diffusi nel regno vegetale e molti alimenti tipici della dieta mediterranea ne sono ricchi: “Mirtilli, melanzane, pesche, arance, fichi, ciliegie e olive solo per annoverarne alcuni”, elenca Guidi.
“E’ stato calcolato – aggiunge l’esperta – che l’apporto pro-capite di antociani attraverso la dieta può variare nei Paesi europei tra i 19,8 e 64,9 mg al giorno, e che certamente gli italiani sono tra i maggiori consumatori di queste molecole proprio in virtù della dieta mediterranea e dell’assunzione quotidiana di frutti come more, fragole o prugne, di ortaggi come melanzane e radicchio, senza dimenticare il vino”.