Home Attualità Al via sinergia anti-contraffazione per l’Aceto Balsamico di Modena

Al via sinergia anti-contraffazione per l’Aceto Balsamico di Modena

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Roma, 4 mar. (Labitalia) – Le politiche e le strategie non si possono fare individualmente o isolatamente, hanno bisogno di condivisione, consenso e concertazione, di un’azione intelligente e di sistema. Con questo proposito, che riassume lo spirito dell’incontro organizzato questa mattina, a Roma, al ministero delle Politiche Agricole, dal Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena Igp insieme ad Aicig e Fondazione Qualivita su ‘Dop e Igp: politiche e strategie di tutela’, il presidente del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena Igp, Stefano Berni, ha aperto i lavori.
Un momento di riflessione e confronto a più voci per coinvolgere a vario titolo tutto il settore delle Dop e Igp, andando quindi oltre l’analisi del singolo prodotto Aceto Balsamico di Modena. Con tale obiettivo, si sono seduti allo stesso tavolo, moderati dal direttore del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena Igp, Federico Desimoni, oltre al presidente dello Stesso Ctabm, il presidente dell’Associazione italiana Consorzi indicazioni geografiche, Giuseppe Liberatore, e il direttore generale di Fondazione Qualivita Mauro Rosati, anche Emilio Gatto, del Mipaaf, Giorgio Bocedi, avvocato, Silvia Zucconi, coordinatore dell’area agroalimentare di Nomisma, e Stefano Vaccari, di Icqrf.
“Insieme ad Aicig e a Qualivita – ha premesso Berni – abbiamo voluto offrire il nostro contributo per stimolare una nuova ‘primavera’ di tutela e rilanciare i nostri prodotti: la tutela non è solo un’azione, ma anzitutto una politica strategica da ‘pensare’ e impostare con la collaborazione dei Consorzi stessi e delle istituzioni”.
Nel caso dell’Aceto balsamico di Modena, come in molti altri, il patrimonio da tutelare è notevole: il settore ha vissuto una fase importante e, dopo la costituzione e il riconoscimento del Consorzio di tutela nel gennaio 2014, ha visto una crescita pari al 12% arrivando a una produzione di quasi 98 milioni di litri di prodotto certificato con un fatturato alla vendita di circa 700 milioni di euro, di cui oltre il 90% di export soprattutto in Usa e Germania, già mercati principali e in costante crescita.
“La situazione in cui quotidianamente opera il Consorzio – ha spiegato Berni – ha imposto questa riflessione e lo studio di una strategia di tutela con la quale abbiamo potuto approfondire il concetto di ‘evocazione’ e in particolare quel divieto di evocazione previsto dall’articolo 13 del regolamento 1151/12, che apre un orizzonte di tutela dei nostri prodotti molto più ampio di quello che possiamo immaginare, anche perché, e questo concetto è di fondamentale importanza, è pensato prioritariamente per tutelare il consumatore prima ancora che per la difesa dei diritti dei nostri produttori e dei diritti di proprietà intellettuale legati alle Dop e alle Igp”.
“Quest’ultima idea – ha continuato – ha guidato anche la scelta della nostra strategia orientandola verso il coinvolgimento del consumatore e lo abbiamo fatto realizzando con Nomisma tre ricerche di mercato in Italia, in Francia e in Germania per verificare a cosa pensa il consumatore quando incontra prodotti denominati come ‘balsamici’. Le risposte sono interessanti e molto indicative, tuttavia non possiamo negare che il contesto in cui ci muoviamo sia complesso e problematico e che la questione dell’evocatività del termine balsamico debba essere prioritariamente chiarita in sede di giustizia civile e non attraverso procedure sanzionatorie di natura amministrativa”.
Sulla questione dell’evocatività, che per il settore delle Dop e Igp si presenta aperta su più fronti, si è poi espresso il presidente dell’Aicig, Associazione italiana Consorzi indicazioni geografiche, Giuseppe Liberatore.
“Imitazione ed evocazione delle denominazioni registrate – ha spiegato – sono due facce della stessa medaglia: in entrambi i casi, siamo in presenza di pratiche commerciali sleali che, oltre a tradursi non di rado in violazioni alle norme in materia di tutela della proprietà intellettuale, perpetrano una sistematica opera di banalizzazione dei marchi e di svalorizzazione della reputazione e delle peculiarità qualitative dei prodotti a Indicazione geografica, facendo leva sulla scarsa informazione fornita al consumatore finale”.
“Appare dunque essenziale – ha proseguito – predisporre, parallelamente a opportune iniziative di sensibilizzazione rivolte ai mercati al consumo, politiche e strategie idonee a rafforzare la tutela delle Dop-Igp in ambito nazionale e internazionale, non trascurando altresì le problematiche presenti in modo crescente sui mercati virtuali”.
“Incontri come quello odierno organizzato dal Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena – ha aggiunto – sono occasioni fondamentali per individuare le principali criticità riscontrate nel proteggere le denominazioni e per predisporre azioni coordinate di sistema e strumenti operativi capaci di contrastare con efficacia le distorsioni messe in atto da soggetti che mirano unicamente a sfruttare il buon nome dei prodotti di qualità certificata”.
“In tale ambito i Consorzi di tutela, se adeguatamente supportati – ha concluso il presidente di Aicig – possono svolgere un ruolo fondamentale nell’attività di salvaguardia dell’immagine delle IG”.
Infine, Mauro Rosati, direttore generale Fondazione Qualivita, è intervenuto sul ruolo delle Dop e Igp in Italia e nel panorama europeo, mentre Emilio Gatto (Mipaaf) su ‘Politiche di tutela: sostegno e coordinamento’, Giorgio Bocedi, dello studio Legale GB Avvocati, su ‘Imitazione, evocazione, inganno: differenze e analogie’, e Stefano Vaccari (Icqrf) su ‘Tutela nazionale e transnazionale sui mercati reali e virtuali’.