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Usa: Obama, Ferguson ci ricorda che questione razziale è viva

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Washington, 25 nov. (AdnKronos) – “Dobbiamo riconoscere che la situazione a Ferguson ci ricorda problemi più ampi che noi ancora fronteggiamo come nazione”. Così Barack Obama, nel discorso pronunciato nella notte dalla Casa Bianca per invitare tutti, dimostranti e poliziotti, alla calma nella cittadina del Missouri, ha sottolineato come sia ancora viva la questione razziale e che “in troppe parti del Paese esiste una profonda sfiducia tra le forze dell’ordine e le comunità di colore, in alcuni casi come risultato dell’eredità della discriminazione razziale nel nostro paese”.
Dopo aver ricordato in apertura del suo discorso che gli Stati Uniti sono uno stato di diritto e “quindi dobbiamo accettare le decisioni del grand jury”, Obama ha riconosciuto che quella presa dalla giuria di Ferguson, di non incriminare l’agente responsabile della morte di Michael Brown, “ha provocato la delusione, la rabbia di molti non solo a Ferguson, ma in tutta l’America”. “E’ una reazione comprensibile”, ha aggiunto sottolineando però come le proteste debbano essere pacifiche, anche per ottenere un cambiamento nel quadro generale delle relazioni razziali.
“Dobbiamo riconoscere che non è solo un problema di Ferguson ma di tutta l’America, abbiamo fatto enormi progressi ed io ne sono stato testimone con la mia vita – ha detto ancora il primo presidente afroamericano – ma è anche vero che i problemi esistono e non sono creati dalle comunità di colore”. Problemi di discriminazione da parte della polizia, il cosiddetto ‘racial profiling’, che non devono essere negati ma affrontati. “Ma questo non succederà lanciando bottiglie, frantumando i vetri delle auto, usando questa come scusa per atti vandalici nè certamente ferendo qualcuno”, ha detto ancora Obama, sottolineando che questo viene compreso “dalla stragrande maggioranza dei dimostranti”.