Home Nazionale Un’Agenda per la ri-conversione ecologia del Paese, 16 associazioni la presentano al Governo

Un’Agenda per la ri-conversione ecologia del Paese, 16 associazioni la presentano al Governo

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Roma, 11 dic. – (AdnKronos) – In Europa si contano 14,6 milioni i posti di lavoro assicurati da biodiversità e servizi ecosistemici; in Italia alla green economy si devono 101 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 10,2% dell’economia nazionale e sono oltre 3 milioni i cosiddetti green jobs. L’ecologia è già parte integrante dell’economia e su questo puntano le 16 associazioni ambientaliste che oggi hanno presentato al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio l’Agenda ambientalista per la ri-conversione ecologica del Paese.
L’Agenda si articola in 55 proposte su 15 filoni tematici: clima ed energia, trasporti e infrastrutture, consumo del suolo, difesa del suolo, bonifiche, biodiversità e aree protette, mare, montagna, beni culturali e paesaggistici, agricoltura, turismo e ambiente, ministero dell’Ambiente; diritti e delitti ambientali, andare oltre il Pil, informazione ed educazione ambientale.
Sui contenuti dell’Agenda le associazioni, considerando come positiva l’apertura al dialogo da parte del Governo, chiedono che si possa avere un confronto più approfondito. Tra le proposte, quella di convocare una conferenza nazionale su clima ed energia che definisca una Strategia Energetica Nazionale e un Piano per la decarbonizzazione con obiettivi chiari al 2020 e al 2030 per raggiungere entro il 2050 l’obiettivo del 100% rinnovabili, procedendo subito alla progressiva chiusura degli impianti a carbone.
Al Governo si chiedono anche scelte coraggiose su trasporti e infrastrutture: dalla revisione delle procedure semplificate sulle grandi opere del Codice Appalti all’abbandono del Programma sulle infrastrutture strategiche in favore di un Piano nazionale della mobilità che punti sull’adeguamento delle infrastrutture esistenti.
E ancora: inserire nel Piano operativo del Programma delle Rete Rurale Nazionale, azioni a favore della biodiversità naturale, di contrasto ai cambiamenti climatici e di gestione sostenibile delle risorse idrica; un Piano nazionale della qualità che promuova l’eccellenza in campo ambientale dell’offerta turistica; l’adozione di nuovi indicatori che vadano oltre il Pil.
Le associazioni chiedono poi di entrare nel merito della congruità e dell’efficacia dei progetti per contrastare il rischio idrogeologico e che il Governo solleciti il Parlamento alla veloce approvazione del testo unificato per il contenimento sul consumo del suolo. Basta ritardi anche nella pianificazione paesaggistica, mentre è necessario definire una Strategia nazionale per le bonifiche dei siti inquinati.
Sul fronte della valorizzazione del capitale naturale, l’Agenda prevede la definizione di linee guida, per Regioni ed enti gestori, per la tutela della Rete Natura 2000 e che i Parchi nazionali facciano sistema. Per la tutela del mare, si dia piena attuazione alla Politica comune sulla pesca e alla Strategia Marina; per l’ambiente montano, riscrivere il Patto tra il Paese e la montagna, valorizzando le zone montane e le aree interne d’Italia valorizzando e mettendo in sicurezza la rete dei 1.000 rifugi e dei 65.000 km di sentieri e mulattiere.
Tra gli interventi di sistema per garantire la governance ambientale, nell’Agenda ambientalista si chiede di portare il bilancio annuale del ministero dell’Ambiente dagli attuali 580 milioni di euro a 700 milioni di euro. Inoltre si ritiene indispensabile rendere finalmente effettiva la tutela penale dell’ambiente, sollecitando il parlamento alla veloce approvazione del testo unificato approvato a larghissima maggioranza alla Camera e oggi fermo in Senato.
Su questo, le associazioni esprimono preoccupazione per gli effetti che potrà avere il prossimo decreto legislativo in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto , in esecuzione della legge delega 28 aprile 2014, n. 67. Infine, si ritiene necessario, nel rispetto della strategie europee, che finalmente si introduca l’educazione per l’ambiente e la sostenibilità nei piani di studio della scuola e nei programmi di formazione e educazione permanente.