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Ucraina, in vigore le sanzioni Ue: nel mirino energia e difesa

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(AdnKronos) – Con la pubblicazione venerdì mattina sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue, sono entrate in vigore le nuove sanzioni decise da Bruxelles contro la Russia a causa della crisi ucraina. Le misure restrittive cui i 28 hanno dato giovedì il via libera per l’applicazione prevedono il blocco dell’accesso ai mercati finanziari Ue per le società energetiche Rosneft, Trasneft e Gazprom Neft, così come per alcune industrie del settore della difesa, come Opk Oboronprom, Uralvagonzavod e United aircrat corporation.
I 28 hanno anche deciso di proibire la vendita di beni ‘dual use’, che possono essere usati a scopo civile e militare, a nove aziende del settore della difesa, tra cui quella produttrice dei kalashnikov e Almaza-Antey, che fabbrica il sistema missilistico Buk che potrebbe essere stato utilizzato nell’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines nell’est dell’Ucraina il 17 luglio scorso.
La lista nera – Bruxelles ha poi deciso di inserire altre 24 persone nella lista degli individui russi ed ucraini colpiti dal congelamento dei beni e dal bando dei visti, portando a 119 il numero totale. Tra questi, ci sono Alexander Zakharchenko e Vladimir Kononov, rispettivamente premier e ministro della Difesa dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, e Miroslav Rudenko, comandante della milizia del popolo del Donbass. Nella lista nera sono finiti anche il leader ultranazionalista russo Vladimir Zhironovsky, Sergei Chemezov, capo della holding per lo sviluppo di armi e tecnologia Rostec, e alcuni parlamentari russi.
Alfano: dopo anni la più grande crisi Europa-Russia – ”In Ucraina si sta verificano la più grande crisi, dopo tanti anni, tra Europa, e financo la Nato, e la Russia”. A sottolinearlo è il ministro dell’Interno Angelino Alfano alla Summer school Magna carta di Frascati. Alfano avverte: ”C’è la guerra attorno a noi. Oggi è esattamente lì, sul corpo dell’Europa, la spina che lasciò De Gasperi soffrire, ovvero la mancanza di una politica comune di difesa”. L’Europa, spiega Alfano, ha ”difficoltà a trovare” una politica comune di difesa con la quale ”tutto sarebbe stato più facile”.