Home Nazionale Terremoti: testato metodo per prevenirli con i droni anti-sisma

Terremoti: testato metodo per prevenirli con i droni anti-sisma

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Milano, 21 ott. (Adnkronos) – Testato con successo un metodo per analizzare le aree a rischio geleogico ricreandole in un modello virtuale 3d. Il risultato è di un gruppo di ricercatori italiani e inglesi coordinato da Alessandro Tibaldi, professore associato di geologia strutturale nel dipartimento di scienze dell’ambiente e del territorio e di scienze della terra dell’università di Milano-Bicocca. Il metodo consente di studiare con una precisione prima inimmaginabile le strutture geologiche in grado di produrre futuri terremoti.
L’operazione consiste nel programmare un drone dotato di gps e strumenti di ripresa ad alta risoluzione che sorvola a bassa quota l’area di interesse. Le riprese, unite in un fotomosaico tramite appositi software, permettono di ricostruire con un dettaglio nell’ordine dei centimetri la topografia delle aree più significative di un territorio e le strutture geologiche che le caratterizzano, fonti di potenziali futuri terremoti. Il drone può riprendere anche le pareti rocciose verticali, dove i rilievi da satellite sono impossibili. Il metodo è stato testato in Islanda dove è stato analizzato qualche chilometro quadrato all’interno di un’area di studio totale di circa 30 chilometri quadrati.
”Per comprendere a fondo il rischio sismico di un territorio -spiega Tibaldi – è necessario ricostruire gli eventi che lo hanno interessato in un passato preistorico e storico, con lo scopo di poter riconoscere le specifiche aree che potrebbero venire colpite in futuro e per dimensionare la grandezza dei terremoti attesi. I droni sono oltretutto a basso costo, mentre ricerche analoghe su aerei o elicotteri comportano spese da dieci a cinquanta volte maggiori. Questo metodo perciò potrebbe essere particolarmente indicato nei paesi in via di sviluppo, dove a una grande pressione demografica in aree soggette a rischi geologici si accompagna una permanente difficoltà nel reperire finanziamenti per studi di prevenzione”.
Le ricerche proseguiranno nella primavera del 2015 sull’isola di Santorini in Grecia, dove il metodo verrà testato in territori soggetti ad altri rischi geologici quali frane e vulcani.