Roma, 24 (AdnKronos Salute) – Nasce all’interno della Società italiana di anestesia analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) un nuovo gruppo di studio che comprende anestesisti di ospedali e strutture sanitarie militari ed anestesisti che lavorano in ospedali civili e che, essendo appartenenti al Corpo Militare della Croce rossa italiana (Cri) o alla riserva selezionata delle varie componenti delle Forze Armate, partecipano a missioni nazionali ed internazionali. Primo obiettivo del nuovo team di anestesisti sarà quello di dar vita allo sviluppo di linee guida applicabili all’anestesia e rianimazione in teatri operativi ed utilizzabili anche durante i soccorsi in occasione di calamità naturali e maxi emergenze.
“Oggi le maggiori difficoltà incontrate da chi opera in una zona di guerra – avverte Paolo Marin, Maggiore medico del Corpo militare della Croce Rossa Italiana (Cri) e coordinatore degli anestesisti-rianimatori del Corpo Militare della Cri – sono legate alle condizioni ambientali ed ostili nelle quali ci si trova a lavorare. Rispetto al lavoro in sala operatoria le risorse sono limitate nella quantità e nella qualità. Quindi è necessaria una buona preparazione ottenuta tramite esercitazioni che simulano esattamente quello che accade in teatro operativo, una continua ed aggiornata informazione sulle novità internazionali relative ai prodotti salvavita utilizzabili in ambito militare”. Ecco quindi il ‘kit’ di primo soccorso (o Ifak – individual first aid kit) che contiene, seguendo le linee guida internazionali, gli strumenti per permettere un’adeguata rianimazione del ferito.
“Il protocollo internazionalmente utilizzato in ambito bellico per la rianimazione del ferito è il Tccc o ‘Tactical Combat Casualty Car’e, formulato per la prima volta nel 1996 e sottoposto a continue revisioni semestrali – spiega Marin – I progressi in questo campo sono enormi: basti pensare a dispositivi elettromedicali che in uno spazio di pochi decimetri cubi riescono a performare l’attività di un’unità di cure intensive, combinando un concentratore di ossigeno, un ventilatore da anestesia e da rianimazione, un sistema di aspirazione ed un monitor multiparametrico”.
“Negli ultimi decenni di storia della medicina, soprattutto in ambito anestesiologico-rianimatorio – conclude il coordinatore degli anestesisti-rianimatori del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana – i farmaci, gli elettromedicali e le linee guida usate in ambito militare sono poi state applicate allo scenario civile”.