Home Nazionale Rischio errori e spreco di soldi, 30 mln solo per istruire pazienti a nuove strisce

Rischio errori e spreco di soldi, 30 mln solo per istruire pazienti a nuove strisce

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Milano 27 ott. (AdnKronos Salute) – Un glucometro ‘taglia unica’? La Società italiana di diabetologia dice “no” alle gare regionali per l’acquisto di strisce per la misurazione dei livelli di zucchero nel sangue, che portano a scegliere per tutti i diabetici di una regione un’unica tipologia di dispositivo o un paio. “Pur sostenendo ogni iniziativa che abbia come oggetto il contenimento della spesa da parte del Servizio sanitario nazionale e delle regioni”, premette il presidente della Sid Enzo Bonora, il prezzo di queste iniziative potrebbero pagarlo i pazienti. La Sid si dice quindi “fortemente contraria” a queste gare e ne spiega i motivi in un documento che presenterà, insieme alle associazioni delle persone con diabete, al ministro della Salute, al Parlamento, alle Regioni e all’Agenas.
“Le persone con diabete – ricorda la Sid – potrebbero trovarsi presto costrette a impiegare un’unica o un paio di tipologie di glucometro (il misuratore della glicemia utilizzato per l’automonitoraggio domiciliare) identificate attraverso una gara indetta Regione per Regione. Attualmente sono in commercio una ventina di apparecchi diversi, con le relative strisce reattive, e fino ad oggi le persone con diabete hanno potuto ricevere dal team diabetologico l’apparecchio più indicato alle proprie esigenze: da quelli più semplici, adatti alle persone anziane, a quelli più sofisticati che consentono, ad esempio, di calcolare il bolo di insulina prandiale, adeguandolo alla quantità di carboidrati da assumere con il pasto o elaborare al computer grafici del controllo glicemico in un dato periodo per meglio comprendere che schema terapeutico adottare”.
“La controproposta di Sid – aggiunge Bonora – è l’individuazione di 3 categorie di strumenti, e relative strisce, a bassa, media e alta tecnologia. A queste categorie, definite con la consulenza dei clinici, dovrebbero essere ricondotti tutti gli strumenti attualmente disponibili e quelli che saranno messi sul mercato in futuro. Per ognuna di queste 3 categorie dovrebbe essere definito un prezzo di rimborso standard, unico su tutto il territorio nazionale, ragionevole per le aziende produttrici e sostenibile per il Ssn, ma tutti gli strumenti dovrebbero restare disponibili”. Prezzi di rimborsi unici, osservano i diabetologi, “eviterebbero il ricorso a gare che comportano numerosi problemi, generano potenziali rischi e configurerebbero un aggravio e non una riduzione della spesa”.
“Una gara – fa notare infatti la Sid – può vedere la partecipazione e l’aggiudicazione da parte di aziende che producono materiale di bassa qualità (è già successo) o la partecipazione alla competizione con materiale non di ultima generazione (è già accaduto), impedendo quindi l’accesso a quello più recente e tecnologicamente più avanzato. Inoltre, avendo la gara una validità pluriennale, il rischio di obsolescenza dell’apparecchio ‘vincitore’, soprattutto se già ‘superato’ al momento dell’aggiudicazione della gara, è ancora più alto”.
Secondo i calcoli degli esperti, inoltre, “sostituire 1 milione di glucometri insomma costerebbe almeno 30 milioni di euro, solo per istruire i pazienti all’uso dei nuovi apparecchi”. Invece, “mantenere una pluralità di offerta garantirebbe l’accesso a strumenti rispondenti alle diverse esigenze cliniche delle persone con diabete, l’appropriatezza prescrittiva e la salvaguardia del principio di economicità”. La Sid ricorda che “l’autocontrollo glicemico domiciliare è parte integrante della terapia di tutte le persone con diabete”. Uniformare i device utilizzati “può generare errori da parte dei pazienti e questo comporta rischi anche importanti: dallo scompenso glicemico alle crisi ipoglicemiche, eventi temibili e potenzialmente fatali”.
Due italiani diabetici su 3 sono infatti over 65 e l’abilità di questi 2,5 milioni di persone nel gestire strumenti tecnologici è spesso limitata, puntualizzano gli specialisti. “Una persona con diabete può impiegare mesi a familiarizzare con un glucometro e un cambiamento di strumento, non dettato da motivazioni cliniche, potrebbe rappresentare un ulteriore, inutile problema nella gestione della malattia. Questo potrebbe portare la persone a trascurare o abbandonare l’autocontrollo glicemico domiciliare, con ricadute facilmente immaginabili (chiamate al 118, accessi al pronto soccorso, ricoveri)”. La Sid conclude: “Così come il principio della continuità terapeutica è inviolabile, per analogia un glucometro dovrebbe essere sostituito con un altro solo per motivazioni tecniche (rottura) o cliniche (mutata condizione) e non per motivazioni di carattere esclusivamente economico”.