Roma, 26 set. -  (Adnkronos) – ”Ci sono due problemi che dobbiamo affrontare sia a livello nazionale sia a livello europeo: il primo è creare condizioni favorevoli perché un ricercatore possa seguire i suoi progetti, realizzarli e mettersi alla prova nel paese che sceglie. L’Italia purtroppo è indietro, perché le procedure di reclutamento sono spesso complicate, assimilate al pubblico impiego. E’ inutile nascondersi dietro a un dito, anche l’Italia quando affronterà, e lo faremo senz’altro con questo governo, il tema della ricerca dovrà impegnarsi perché ci sia un investimento quantitativamente più alto ma anche quello che chiamiamo la quality spending”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, in un intervento a ‘Radio Anch’io.
Il ministro ha spiegato che l’ipotesi che la spending review possa colpire la ricerca è ”assolutamente in contrasto con questo governo che mette istruzione sì ma anche ricerca al centro dell’agenda politica”. Giannini ha comunque precisato che anche nel campo della ricerca si può ”ancora agire su costi intermedi”.
Secondo il ministro bisogna ”creare condizioni per la ricerca ma anche dare ai giovani ricercatori possibilità di reclutamento omogeneo trasparente. Dobbiamo rimettere le regole del gioco in discussione”. Infine quanto all’impegno di assumere seimila ricercatori all’anno per almeno quattro anni, la Giannini ha precisato: ”Era un impegno ed è un impegno del governo, lo ha detto il presidente Renzi prima di me, non abbiamo ancora affrontato questo dossier e come si è fatto per la scuola faremo la stessa cosa per gli enti di ricerca e per sviluppare anche per l’Italia una politica attrattiva e di sviluppo”.