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Rai: Tarantola, la mission è creare valore culturale, economico e sociale

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Roma, 14 ott. (AdnKronos) – “Provo a riassumere la ‘mission’ del Servizio Pubblico in un solo concetto: creare valore per il proprio Paese, e quindi per tutti i cittadini, essendo differente. E qual è questo valore? Sarebbe facile rispondere che si tratta di un valore essenzialmente culturale, ma non è così, perché è anche valore economico e sociale. La cultura c’entra – moltissimo – ma la risposta, è più articolata e si declina in almeno otto categorie di valori”. Lo ha detto il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, nell’intervento con cui ha aperto il convegno ‘Missione, indipendenza e governance del servizio pubblico: l’esperienza europea’, organizzato oggi dalla Rai nell’auditorium dell’Università Gregoriana, nell’ambito del dibattito sulla riforma del servizio pubblico radiotelevisivo annunciata dal governo.
La presidente ha quindi esposto le otto categorie: primo “rafforzare l’identità e la cultura nazionale” (“riguarda la valorizzazione e l’amalgama delle vitalità locali e regionali, il rafforzamento della coesione sociale, la costruzione di un immaginario nazionale che poggia sulle differenze storiche dell’Italia”); secondo “favorire la formazione di una cittadinanza attiva e consapevole agevolando il processo di apprendimento di competenze e conoscenze e quindi lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale”; terzo “assicurare, rendere disponibile e difendere l’universalità e la gratuità di accesso” (“dare a tutti, non solo alle élite, la stessa possibilità di accesso” anche perchè “rivolgersi a tutti, nessuno escluso, è un valore immenso, senza prezzo”).
Quarto “coltivare e servire l’interesse generale anche nel nuovo ambiente digitale adeguando la propria offerta e distribuzione tenendo conto dei comportamenti reali dei cittadini e delle loro attese espresse e inespresse” (per questo “la Concessionaria deve continuare a innovare, continuare ad essere motore di creatività tecnologica e di prodotto” e “l’innovazione va pensata in termini tanto di creazione di contenuti quanto di distribuzione degli stessi”, quinto “proteggere e incoraggiare il pluralismo vale a dire dare voce a tutti, prestare attenzione alle diversità e rispettarle” (“diversità di pensiero politico, genere, età, cultura, censo”, in altre parole, “avere cura per le differenze, per le ricchezze geografiche, etniche, linguistiche, religiose, per la varietà di opinioni, idee, esigenze, non dimenticando le minoranze in un’ottica di inclusione e coesione tesa ad affermare una società nazionale aperta e democratica”).
Il sesto punto della mission della concessionaria di servizio pubblico radiotelevisivo, secondo la presidente Tarantola, e’ poi “agevolare l’affermazione e la formazione di una cultura della legalità basata su corretti principi, sul rispetto della persona umana, sui valori della convivenza civile nel rigetto di ogni forma di violenza”. “Questi sei ‘valori’ -ha sottolineato la presidente Rai- non si traducono in un vantaggio economico misurabile, ma hanno un rilievo molto importante per il Paese, perché ne accrescono il capitale umano e sociale”.
Ci sono altri due punti-valori della mission di servizio pubblico su cui Tarantola si è soffermata nel suo intervento: il settimo riguarda il fatto che “un media di Servizio Pubblico ben gestito crea anche valore economico, sostiene tutta la filiera audiovisiva dalla produzione di fiction, ai film, ai cartoni animati” (“la Rai nel biennio 2012-2013 ha investito circa 700 milioni di euro nel sostegno della produzione indipendente italiana ed europea”).
L’ottavo punto riguarda la concorrenza: “La presenza del Servizio Pubblico garantisce la concorrenza in un mercato che tende alla concentrazione. Non lo si ricorda mai abbastanza ma è proprio l’esistenza di un Servizio Pubblico solido e di consistenti dimensioni che favorisce la competizione nell’industria dell’audiovisivo e la spinge verso più alti standard di qualità”, ha concluso Tarantola.