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Pompei, Godart: "Servirebbe un nuovo Amedeo Maiuri"

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Roma, 16 mar. (Adnkronos) – Per Pompei "servirebbe un nuovo Maiuri". Louis Godart, Consigliere per la Conservazione del Patrimonio Artistico del Presidente della Repubblica, cita una leggenda dell'archeologia italiana in relazione alle preoccupanti cronache che riguardano gli scavi di Pompei in particolare e le aree archeologiche campane in generale. AMEDEO MAIURI – Amedeo Maiuri, scomparso nel 1963, a lungo sovrintendente alle Antichità di Napoli e del Mezzogiorno, e anche direttore del museo archeologico di Napoli, diede un contributo fondamentale alla rimessa in luce di Pompei e alla sua conservazione. "Maiuri aveva una conoscenza del territorio senza uguali, una visione completa delle problematiche che oggi, forse, non c'è, frutto di un sapere enciclopedico inquadrato nella capacità di vedere il passato nel presente", sottolinea Godart che, va ricordato, è anzitutto un archeologo. "Di maiuri andrebbero seguite le orme, gli studi e l'attenzione che ha dedicato alle aree archeologiche campane, da Pompei a Oplonti, da Ercolano ai Campi Flegrei. Quest'ultima zona, in particolare è stata sfregiata dalla speculazione edilizia: da Capo Posillipo a Capo Miseno il territorio ha una infinita ricchezza archeologica che non è stata messa a frutto ma, anzi, svilita. Ci voleva un piano coerente per fare di questa zona un eden archeologico e turistico. Il solo fatto che non sia stato adeguatamente 'sfruttato' il Palazzo Imperiale di Baia grida vendetta. Anche Pozzuoli era un punto focale dell'antichità". "Con un piano rigoroso che conciliasse sviluppo del territorio e risorse archeologiche della zona flegrea oggi avremmo in quell'area una situazione altamente qualificante per Napoli. Diciamo che quella è una lezione, negativa, da tenere ben presente -raccomanda Godart- quando si affrontano scelte di sviluppo e salvaguardia, nel meridione e non solo". LE PASSEGGIATE CAMPANE – "Maiuri aveva già ben presenti tutte queste potenzialità del territorio, basti pensare alla sua volontà, e capacità, di raccontare i luoghi archeologici della regione, come in 'Passeggiate campane', rendendoli vivi, vicini ai contemporanei, annullando il senso di distanza. Se avessimo seguito la sua lezione i disastri che si sono verificati, come nella zona flegrea, non ci sarebbero stati. Rendiamoci conto dello sbaglio compiuto -ammonisce Godart- e forti dell'esperienza gestiamo il patrimonio che c'è".POMPEI E LA BUROCRAZIA – E nel patrimonio archeologico in primo piano c'è senza dubbio Pompei che, per Godart, è afflitta, in sostanza, da un solo male, ovvero "le forche caudine" della burocrazia: "Per Pompei i fondi ci sono ma prima di essere spesi bisogna passare per le forche caudine di una massa allucinante di approvazioni. Questo è il vero problema da risolvere". "Conosco bene il generale Giovanni Nistri, a capo del Progetto Pompei. Una persona eccezionale -scandisce Godart- con la quale ho lavorato e della quale apprezzo la competenza, la dedizione allo Stato, che a lungo ha guidato il reparto dell'Arma dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale". "Ci siamo parlati anche di recente e mi ha detto -riferisce Godart- di queste vicende complicate: da un lato i 105 milioni di euro stanziati dall'Unione Europea, dall'altro la difficoltà di 'iniettare' queste somme nella prassi quotidiana per avviare i lavori di consolidamento, ristrutturazione, cura del territorio". "Tutti interventi che è necessario fare rapidamente ma che ogni giorno urtano contro lungaggini burocratiche infinite, competenze e leggi che si tagliano le gambe a vicenda, tanto che fino ad ora poco del disponibile è stato speso. Ogni iter è estremamente, inutilmente complicato", lamenta Godart.