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Piccinini (Inca): voto in Svizzera rischia alimentare pulsioni populiste e xenofobe

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Roma, 10 feb. (Labitalia) – "Il risultato del referendum in Svizzera contro gli immigrati è estremamente preoccupante perché rischia di alimentare le pulsioni populiste e xenofobe, già presenti in altri paesi. Ancor più inquietante è il fatto che a esprimersi a favore di una chiusura delle frontiere sia proprio il canton Ticino, cioè quella parte della Svizzera dove vivono e verso cui si trasferiscono quotidianamente molti lavoratori italiani". E' questo il commento con Labitalia di Morena Piccinini, presidente dell'Inca, il patronato della Cgil, all'esito del referendum contro l'immigrazione di massa in Svizzera, che ha visto prevalere i sì tra l'elettorato elvetico. "E' evidente -chiarisce Piccinini- che questo atteggiamento, da un lato, cela una profonda paura della crisi ancora presente a livello internazionale, e non tiene conto del fatto che il benessere acquisito dalla Svizzera deriva in larga misura dal lavoro degli immigrati di vecchia e nuova generazione e, dall'altro, dalla conseguente volontà di preservare i diritti degli autoctoni; senza considerare che la chiusura di per sé non accresce la ricchezza, mentre rafforza l'idea sbagliata di autosufficienza della nazione". "Peraltro -continua il presidente dell'Inca- ciò rappresenta un attacco frontale all'Europa che, di conseguenza, rischia di trovarsi nella condizione di rivedere gli accordi sottoscritti 15 anni fa con la Svizzera, sulla libera circolazione delle persone". Secondo Piccinini, quindi, "è davvero un errore grande aver posto in questi termini la questione delicata di come gestire la mobilità sociale in Europa, perché contraddice lo spirito unitario con il quale si dovrebbe procedere per affermare l'uguaglianza delle opportunità, in una Europa che già fa tanta fatica ad uscire dall'emergenza occupazionale ed economica". "L'aver posto in contrapposizione l'interesse nazionale a quello europeo -conclude Piccinini- equivale a rinunciare all'affermazione di qualunque principio di uguaglianza e di democrazia che, invece, dovrebbe essere il fondamento della futura Europa solidale e universalistica dei diritti, di cui si sente un grande bisogno".