Home Cronaca Percepivano la pensione sociale dimorando all’estero. Venticinque i casi sinora scoperti dalla Polizia solo nel Valdarno Aretino

Percepivano la pensione sociale dimorando all’estero. Venticinque i casi sinora scoperti dalla Polizia solo nel Valdarno Aretino

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Percepivano la pensione sociale dimorando all’estero.  Venticinque i casi sinora scoperti dalla Polizia solo nel Valdarno Aretino

Potevano sembrare dei casi isolati e invece le indagini condotte dagli agenti del Commissariato di P.S. di Montevarchi stanno portando a galla un vero e proprio fenomeno sociale illegale che da tempo sembra aver preso piede nei maggiori centri del Valdarno.

L’attività investigativa ha preso spunto alcuni mesi fa in seguito ad ordinari controlli svolti dal personale della Squadra Amministrativa del Commissariato al fine di verificare il rispetto delle norme sull’ingresso e il soggiorno in Italia da parte di alcuni cittadini extracomunitari.

Si trattava di cittadini ultrasessantacinquenni, titolari di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, con residenza nel Valdarno: invitati negli uffici di polizia per gli accertamenti suddetti, i numerosi periodi di assenza di costoro dal territorio nazionale nel corso degli anni hanno sin da subito insospettito gli agenti, soprattutto in considerazione della circostanza che gli stranieri oggetto di verifica risultavano, dalla banca dati INPS, percepire l’assegno sociale da diversi anni.

Il diritto all’indicato contributo assistenziale, spetta infatti anche agli stranieri ultrassessantacinquenni, titolari di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, rientranti nei limiti di reddito stabiliti dalla legge, che dimorino stabilmente e con continuità in Italia.

Il sospetto che gli indicati cittadini stranieri, senza effettuare alcuna comunicazioneall’INPS, avessero ugualmente ed indebitamente percepito  l’emolumento anche  nei periodi di residenza all’estero, ha indotto i poliziotti ad approfondire ulteriormente la situazione coinvolgendo direttamente negli accertamenti l’INPS di Montevarchi, il quale non ha tardato a fornire elementi tali da far diventare i sospetti delle vere e proprie certezze: in nessuno dei casi esaminati lo straniero titolare del beneficio aveva comunicato le proprie assenze dall’Italia, continuando a percepire rimanendo in Patria una somma di circa 500 euro al mese.

Dai primi episodi accertati le indagini si sono allargate e dalla collaborazione tra la Squadra Amministrativa del Commissariato e l’INPS di Montevarchi sono stati sinora accertatisolo nei principali comuni del Valdarno Aretino 25 casi, equivalenti ad un indebito complessivo nei confronti dell’Ente Previdenziale che sfiora il valore di circa 450.000 Euro.

Non si esclude tuttavia che il numero complessivo delle condotte illecite e delle somme indebitamente percepite sia destinato ad aumentare.

Tra le situazioni di maggiore gravità si possono annoverare quelle di alcuni cittadini stranieri, prevalentemente di nazionalità albanese che, nell’arco di un periodo di tempo che raggiunge a seconda dei casi anche  5 anni, abitualmente e con regolarità vivevano in Patria, interrompendo la  continuativa permanenza all’estero effettuando visite periodiche in Italia della durata di dieci giorni – due settimane al massimo; nei periodi di permanenza in Albania, che si prolungavano per svariati mesi per superare talora anche l’anno, detti soggetti, talvoltamarito e moglie, entrambi titolari del beneficio, continuavano in alcuni casi a percepire indebitamente somme che complessivamente hanno superato per ognuno i 25.000 euro.

Gli autori delle condotte delittuose descritte sono stati denunciati dagli agenti del Commissariato di P.S. di Montevarchi all’autorità giudiziaria per rispondere del reato di “Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato”. Nelle ipotesi di minore gravità è stata comminata al responsabile una sanzione amministrativa che in alcuni casi ha superato la somma di 8.600 Euro.

Nei loro confronti l’INPS ha già provveduto a sospendere o revocare  l’erogazione del contributo assistenziale e ha attivato le procedure finalizzate alla ripetizione dell’indebito.

In un buon numero delle situazioni illecite finite sotto la lente dagli inquirenti risulta che i titolari dell’assegno sociale avevano delegato terze persone residenti nel Valdarno alla riscossione dell’emolumento versato dall’Istituto Previdenziale su libretto postale o conto corrente bancario: anche nei confronti di tali soggetti, spesso figli dei beneficiari, sono in corso le indagini per verificare un loro coinvolgimento nella frode commessa dai genitori.