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Pediatria: esperti, ok spuntino in classe ma con calorie contenute

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Roma, 12 set. (AdnKronos Salute) – Fornisce energia a rapido consumo, ma deve rispettare alcuni parametri. Previene il calo di attenzione durante le lezioni ed è un importante momento di condivisione tra compagni. E’ lo spuntino in classe, da lunedì di nuovo ‘compagno’ dell’intervallo di 8 milioni di studenti italiani. “La merenda previene il calo, tipico della tarda mattinata, di attenzione e del tono dell’umore e spezza intervalli superiori alle 4-5 ore tra i pasti principali – spiegano gli esperti dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma – ma senza sostituirsi alla prima colazione”, precisano. Secondo Giuseppe Morino, responsabile di Educazione alimentare del Bambino Gesù, “lo spuntino non deve avere un apporto calorico eccessivo, ma fornire il 5-10% delle calorie giornaliere e oscillare, in base all’età, tra le 100-125 calorie di un bambino di 6 anni e le 180-200 di un adolescente”.
Per il break della merenda gli alimenti da privilegiare sono quelli facilmente digeribili, ricchi di carboidrati e poveri di grassi, come la frutta o lo yogurt. Per non rendere monotono l’appuntamento di metà mattina possono essere proposte, saltuariamente, anche fette biscottate, merendine non farcite, frollini o piccole quantità di pizza, tipo 40 grammi di ‘rossa’ del fornaio.
E’ importante che i bambini facciano sempre la prima colazione. In caso di rifiuto, è un comportamento errato dal punto di vista nutrizionale inserire una merenda extra-size nello zaino nel tentativo di compensare il digiuno della mattina. Sono dunque da evitare – avvertono gli esperti – panini super-imbottiti, spuntini golosi, ‘merendone’ o qualsiasi alimento che rappresenti un eccesso. Tutto ciò che va ben oltre lo spuntino, infatti, impegna la digestione degli alunni con conseguenze significative sulle prestazioni scolastiche e per l’eccessivo apporto calorico.
“Se al posto dello spuntino leggero il bambino insiste per avere altri cibi – spiega Morino – sono necessari mediazione e buon esempio. Episodicamente, infatti, possono essere proposte merende più sostanziose, ma ciò comporta una maggiore attenzione ai menù di pranzo e cena che dovranno essere più contenuti. In linea di massima, per i bambini più piccoli sono fondamentali le indicazioni della mamma che potrebbe indirizzare le scelte alimentari del figlio, assicurando varietà e corretta quantità, coinvolgendolo nella preparazione dello spuntino in maniera giocosa puntando su colori e forma degli alimenti”.
Quello della merenda a scuola è un importante momento di socializzazione e condivisione per i bambini. Affinché il break sia anche salutare per tutti, in alcuni istituti dell’infanzia e primari – è così in alcune scuole del Comune di Roma – viene proposto il pacchetto spuntino-pranzo messo a punto da un’équipe di esperti e vengono organizzate iniziative di educazione alimentare con l’obiettivo di indirizzare verso la sperimentazione di cibi sani e menu diversi.
“Al pari dei genitori – conclude Morino – gli insegnanti sono figure fondamentali nell’educazione del bambino, anche quella alimentare. Trattandosi insegnamenti che dovranno trasformarsi in comportamenti a favore della salute, è necessario partire dalle scelte concrete che il bambino fa riguardo allo spuntino e ai cibi proposti a mensa. Spesso i più piccoli rifiutano i cosiddetti alimenti equilibrati e chiedono a mamma e papà cibi diversi, in genere più calorici e più gustosi: in questo caso, il compito degli insegnanti è proprio quello di portare gli alunni a sperimentare e assaporare gusti diversi e cibi più salutari, ad esempio attraverso l’organizzazione di iniziative ludiche in classe che li coinvolgano attivamente e li rendano consapevoli di cosa e perché mangiano”.