Rimini, 19 nov. (AdnKronos Salute) – “La malattia del Pd si chiama sindrome dei separati in casa”. E’ la diagnosi dello psichiatra Claudio Mencacci, che paragona le due anime interne al partito guidato dal premier Matteo Renzi ai “partner di una coppia di vecchia data. Crescendo, moglie e marito sono cambiati diversamente e non si capiscono più. Fra i due cala il gelo e dietro il più classico dei falsi propositi, cioè quello di mantenere rapporti civili, in realtà si consumano i pensieri più aggressivi e di assoluto disgusto l’uno verso l’altro”. E se nella metafora di un amore finito i figli di questa coppia in crisi profonda sono gli elettori, “ebbene diciamo che stare insieme solo per i figli non è mai una buona idea – chiosa lo psichiatra – Anzi è la peggiore e la più frustrante per i figli stessi, quando capiscono che i genitori stanno insieme per una scelta fatta a tavolino, nel nome di un loro presunto bene”.
Nella sua analisi, fatta a margine della Conferenza monotematica della Società italiana di psichiatria ‘Mens sana in corpore sano: un ritorno al futuro’, in corso oggi e domani a Rimini, il past president della Sip descrive renziani e detrattori come “due mondi, due culture opposte, due modalità cognitive di affrontare i problemi e adattarsi ai tempi”. Gli uni e gli altri non possono comprendersi e amarsi semplicemente perché “parlano linguaggi diversi”.
Renzi è “veloce, determinato e multitasking, caratteristica indispensabile in questo momento”, dice il direttore del Dipartimento di neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano. “Il suo linguaggio, i suoi collegamenti interattivi, la sua mente flessibile sono in un certo senso virtù ‘femminili'”, alle quali si oppone il granitico apparato “che ha bisogno di tempi talmente lunghi da ritrovarsi fuori tempo, out of time”. C’è speranza che fra i due rinasca l’amore? Per il Pd Mencacci non vede alcuna possibile terapia di coppia e prescrive il divorzio: “Renzi vada avanti così per la sua strada, gli altri facciano un passo indietro con dignità. C’è un tempo per tutto, e per alcuni finisce”.