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Papa: Oss. Romano, chiesto ai vescovi di non scontrarsi

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Città del Vaticano, 18 set. (AdnKronos) – “Mentre si avvicina l’inizio dell’itinerario biennale del Sinodo, che in greco significa ‘cammino insieme’, sulla famiglia, ai pastori che devono camminare con il popolo Papa Francesco ha raccomandato, pur nella gelosa custodia della passione per la verità, di non sprecare energie per contrapporsi e scontrarsi ma per costruire e amare”. E’ quanto sottolinea l’Osservatore Romano nell’editoriale del suo direttore Giovanni Maria Vian.
“È stato un incontro davvero importante e programmatico quello del Papa con i nuovi vescovi, così come incisive e certo non usuali sono le parole che Francesco ha loro rivolto. Al centro sta infatti quella dinamica che Bergoglio ricordò nei primissimi momenti del suo pontificato quando, appena eletto, volle sottolineare la relazione tra vescovo e popolo”, osserva Vian.
“Fondamentale e indispensabile, il rapporto tra ogni pastore e il suo gregge si fonda sulla fedeltà all’unico Signore espressa, ha detto il Pontefice ai vescovi evocando un’immagine suggestiva e familiare, dall’anello nella vostra mano destra, che alle volte stringe troppo o qualche volta rischia di scivolare, ma che comunque ha la forza di saldare la vostra vita a Cristo e alla sua sposa, cioè alla Chiesa”. (segue)
L’Osservatore Romano ricorda che “su questa duplice fedeltà a Dio e alla Chiesa si fonda la sapienza del Concilio di Trento che a metà del Cinquecento impose ai vescovi la residenza, cioè la presenza stabile nelle loro diocesi, dove spesso latitavano. La stessa duplice fedeltà garantisce dallo smarrimento esistenziale di andare e venire senza meta”, rispolverando per l’occasione un motto di Seneca, “nessun vento è favorevole a chi non sa dove va”.
Il direttore Vian osserva infine che l’espressione pronunciata in conclusione da Papa Francesco rivolta ai nuovi vescovi – “Tornando alle vostre case, ovunque esse siano, portate per favore il saluto di affetto del Papa e assicurate alla gente che è sempre nel suo cuore” – ricorda “il toccante saluto del suo predecessore Giovanni XXIII nel celebre ‘discorso della luna’, la sera del giorno in cui si aprì il Concilio Vaticano II”.