Roma, 6 nov.(AdnKronos) – Scontro Madia-sindacati sulla riforma della Pa alla vigilia di una nuova prova di forza, questa volta unitaria, di Cgil Cisl e Uil che sabato prossimo porteranno in piazza i lavoratori del pubblico impiego. Ad innescare la miccia le parole del ministro della Funzione pubblica a difesa del disegno del governo sul pubblico impiego e del blocco dei contratti. “Dal governo non è arrivato neanche il minimo sindacale, nessun contratto, nessuna stabilizzazione, nessuna vera riforma”, insorgono ad una sola voce Cgil, Cisl e Uil che alla richiesta del ministro, “un aiuto a migliorare le norme”, ricordano come le proposte il sindacato le abbia fatte ma il ministro non le conosce “perché non ha mai voluto ascoltare”.
“Abbiamo messo in atto un’inversione di tendenza importante. Abbiamo cancellato il trattenimento in servizio per esempio, perché bloccava l’entrata di giovani, ecco, questa norma non c’è più. Abbiamo anche fatto una norma che vieta a chi è in pensione di avere cariche dirigenziali. C’è da dire che noi ereditiamo trent’anni di ingressi malsani nella pubblica Amministrazione. I più giovani hanno difficoltà a entrare, noi stiamo puntando a migliorare la mobilità, dunque le possibilità”, aveva spiegato in mattinata Madia.
E su uno dei punti più controversi, lo sblocco dei contratti, aveva sì condiviso le preoccupazioni dei sindacati ma giustificando l’ulteriore proroga imposta ai lavoratori: “dobbiamo portare l’Italia fuori dalla crisi. Abbiamo dovuto trovare risorse per chi il lavoro non ce l’ha” aveva aggiunto ricordando il ” tetto a chi guadagna di più, ora 240 mila euro è il massimo consentito” e gli “80 euro a chi ha uno stipendio sotto i 1500 euro”.