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Mieloma multiplo, scoperti i geni ‘guida’ delle metastasi

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– Potrebbe nascondersi in 11 geni ‘guida’ il segnale che scatena le metastasi del mieloma multiplo, uno dei tumori del sangue più maligni, il più comune dopo il linfoma. La scoperta, che indica nuovi possibili bersagli terapeutici per frenare le forme più aggressive della neoplasia, è stata presentata da un gruppo di scienziati del Dana-Farber Cancer Institute al 56esimo congresso della Società americana di ematologia (Ash), in corso a San Francisco.
E in un altro lavoro illustrato in un poster esposto al meeting californiano, un team di ricercatori dello stesso istituto Usa ha individuato una sorta di ‘mail molecolare’ inviata dalle cellule del mieloma: un messaggio che potrà permettere di prevedere, prima di iniziare una terapia, le possibilità di successo del trattamento nei singoli pazienti. Per il primo studio è stato sviluppato un modello di topo della malattia, che ha consentito agli autori di ‘pistare’ le cellule di mieloma e capire quali fra 15 gruppi genetici (subcloni) migravano dal midollo osseo – sito originario del tumore – attaccando le zampe posteriori degli animali. Etichettando i differenti subcloni con un colorante fluorescente, gli scienziati hanno concluso che uno solo era responsabile delle metastasi di malattia.
I ricercatori hanno quindi confrontato le anomalie genetiche presenti nel tessuto di mieloma iniziale e nei tumori metastatici, identificando 238 geni significativamente meno attivi nel tumore ‘stanziale’ rispetto a quello che colonizza altri organi e tessuti. Fra questi, un gene in particolare è stato riconosciuto come ‘firma’ del mieloma metastatico e 11 sono risultati avere un ruolo funzionale nell’accendere metastasi. “Se studi futuri lo confermeranno – afferma Irene Ghobrial, autrice senior del lavoro – questi geni potranno diventare dei bersagli per lo sviluppo di nuovi farmaci mirati a bloccare la formazione di metastasi di mieloma multiplo”.
Nel secondo studio, guidato da Salomon Manier del Dana-Farber Institute, i ricercatori hanno isolato dal sangue di 10 pazienti con mieloma multiplo e di 5 volontari sani gli esosomi: mini ‘sacchetti’ in cui sono racchiuse molecole di microRna, piccoli frammenti genetici che una cellula utilizza per inviare messaggi ad altre cellule.
Gli scienziati hanno osservato che fra il materiale prelevato dai malati e quello derivato dalle persone sane c’erano differenze nei livelli di vari micoRna. Tra questi ne hanno dosati 24 specifici nel sangue di 112 pazienti che in Francia partecipavano a un trial su un nuovo farmaco, scoprendo che i malati con bassi livelli di 2 particolari microRna (let-7e e106/25) erano sopravvissuti per meno tempo rispetto agli altri prima che il loro mieloma cominciasse a peggiorare.
“I nostri risultati – commenta Manier – indicano che i livelli di questi 2 microRna nel sangue possono aiutare a predire la sopravvivenza libera da progressione di malattia che i pazienti potranno ottenere grazie a un trattamento”. Non solo: misurare le concentrazioni di questi frammenti genetici ‘spia’ potrebbe in futuro aiutare i medici a prevedere in anticipo quali malati hanno più probabilità di rispondere a una terapia.