Home Nazionale Marò, ulteriore rinvio dell’India Letta: "Sua Act inaccettabile"

Marò, ulteriore rinvio dell’India Letta: "Sua Act inaccettabile"

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Nuova Delhi, 10 feb. – (Adnkronos/Ign) – Ennesimo rinvio per il caso marò. La Corte Suprema indiana, che oggi doveva esaminare il ricorso italiano per conoscere i capi di imputazione dei due fucilieri della Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ha rinviato la sua decisione e fissato una nuova udienza nella giornata di martedì 18 febbraio.Nell?udienza di oggi il procuratore generale ha informato la Corte Suprema che il governo di Nuova Delhi ha modificato la propria posizione sul processo chiedendo l?applicazione nella vicenda della legge anti-pirateria (Sua Act), senza però evocare una richiesta specifica di pena di morte. Il governo italiano, da parte sua, ricorda la stampa locale, ha respinto la proposta indiana sottolineando che la legge antipirateria non puo' essere applicata a questo caso.Si tratta di una richiesta "inaccettabile", ha scritto il premier Enrico Letta su Twitter criticando duramente "l'imputazione proposta dall'autorità indiane". "L'uso del concetto di terrorismo", ha sottolineato, è "da rifiutare in toto. Italia e Ue reagiranno". Sulla stessa linea il ministro degli Esteri Emma Bonino: l'accusa di terrorismo nei confronti dei due marò in India "è inaccettabile e spoporzionata" sia per i due fucilieri che per l'Italia, che assumerà la presidenza Ue nel secondo semestre dell'anno, ha detto al suo arrivo a Bruxelles. Del caso maro' oggi si parlerà "certamente" al Consiglio dei ministri degli Esteri della Ue. "Non solo per i maro' -ha sottolineato Bonino- perché significa pensare che l'Italia sia un paese terrorista e che i maro' siano terroristi. In realtà erano funzionari nell'espletamento delle loro funzioni". Bonino ha spiegato che saranno esercitate "tutte le pressioni possibili" affinché "la Corte Suprema prenda atto della inaccettabilità e della irragionevolezza totale di questo capo di imputazione". A chi le chiedeva se l'Italia potrà fare ricorso al Tribunale dell'Onu sul diritto marittimo la Bonino ha risposto che "queste sono strade eventuali. Tutto sul tappeto".Il legale dei due fucilieri, Mukul Rohatgi, dal canto suo ha ribadito con forza il 'no' della difesa alla decisione indiana di applicare il Sua Act al caso. "Sono ufficiali della Marina e non pirati. Non possono essere giudicati in base alla legge antipirateria", ha detto in aula a Nuova Delhi. L'avvocato ha poi chiesto di far rientrare i due marò a casa: "Dovrebbe essere loro consentito di tornare a casa", ha dichiarato davanti alla giuria presiduta dal giudice B.S Chauhan, che ha annunciato che la Corte ascolterà le parti il prossimo 18 febbraio per poi prendere una decisione.In una nota la Presidenza del Consiglio ha confermato la netta posizione del governo italiano: "Il capo d'imputazione presentato oggi in India dall'Attorney General – si legge – è assolutamente sproporzionato e incomprensibile: assimila l'incidente a un atto di terrorismo. L'Italia non è un Paese terrorista. Qualora fosse convalidata dalla Corte Suprema, questa tesi sarebbe assolutamente inaccettabile"."Si tratterebbe di una decisione lesiva della dignità dell'Italia -prosegue palazzo Chigi- quale Stato sovrano, di cui i due Fucilieri della Marina sono organi impegnati nel contrasto alla pirateria conformemente alla legislazione italiana, al diritto internazionale e alle decisioni rilevanti del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Si tratterebbe di un esito di estrema gravità, sconcertante e contraddittorio. Esso comporterebbe conseguenze negative nelle relazioni con l'Italia e con l'Unione Europea, con ripercussioni altrettanto negative anche sulla lotta globale contro la pirateria"."Il governo italiano chiede che la Corte Suprema, nella propria seduta del 18 febbraio prossimo, decida di portare il caso nella sua corretta dimensione, in ottemperanza con la sentenza del 18 gennaio 2013 della stessa Corte che ha escluso la Sua tra le normative di riferimento ammesse per questo giudizio. Alla luce della decisione della Corte Suprema, il governo si riserva di assumere ogni iniziativa. Dopo due anni senza un capo d'accusa, non intendiamo recedere dal nostro obiettivo -conclude il comunicato- di riportare quanto prima a casa Salvatore Girone e Massimiliano Latorre e di vedere riconosciuti la loro dignità ed i loro diritti".