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Lavoro: Cuperlo, Boccia, Fassina, Bindi, 29 Dem escono da Aula

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Roma, 25 nov. (AdnKronos) – Gianni Cuperlo, Stefano Fassina, Rosy Bindi, il presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia, Ileana Argentin, l’ex ministro Massimo Bray, Alfredo Dattorre, Davide Zoggia e Barbara Pollastrini. Sono alcuni dei 29 deputati del Pd che alla fine hanno espresso la loro contrarietà al jobs act uscendo dal’Aula della Camera.
“Abbiamo apprezzato l’impegno della commissione Lavoro e riconosciuto i passi avanti compiuti su singole norme”, ma, spiegano in una dichiarazione, “l’impianto complessivo del provvedimento rimane non convincente. La parte che dovrebbe allargare diritti e tutele è tuttora generica e senza risorse: il disboscamento della giungla dei contratti precari viene rinviato a valle di una ricognizione da svolgere in tempi indefiniti e senza identificare obiettivi impegnativi; alla riforma delle politiche attive e passive per il lavoro, in particolare l’avvio di ammortizzatori sociali per gli ‘esclusi’, il cardine del provvedimento, si dedicano solo 200 milioni di euro a fronte della promessa dote iniziale di 1,5 miliardi per il 2015”.
E poi “si cancella la possibilità del reintegro per chi viene licenziato senza giustificato motivo mentre si prevede un canale per specifiche, ma ancora indefinite, fattispecie di violazioni disciplinari”. Ma ciò che preoccupa gli esponenti del Pd è “il cedimento culturale all’idea che la libertà di impresa coincida con vincoli da abolire per consentire finalmente ‘il diritto di licenziare'”.