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La gestione di salute e sicurezza sul lavoro tra le strategie delle imprese italiane

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Roma, 7 apr. – (Adnkronos) – La gestione della salute e della sicurezza sul lavoro rientra a pieno titolo tra gli elementi presi in considerazione dalle strategie aziendali per il 96% delle imprese italiane che risultano tra le più attente al mondo. È quanto emerge da un sondaggio condotto dall’ente di certificazione internazionale Dnv Gl – Business Assurance e dall’istituto di ricerca Gfk Eurisko su più di 3.860 professionisti di vari settori in Europa, Nord America, Centro e Sud America e Asia. Gli italiani, però, non si limitano a rispettare le leggi, fanno di più.
Il 94% dei professionisti interpellati dichiara di adottare policy di tutela specifiche, rispetto a una media mondiale del 76%. Se da un lato le aziende italiane si dichiarano particolarmente attente, dall’altro gli ultimi dati dell’Inail evidenziano la presenza di irregolarità nell’87% delle imprese sottoposte a controlli nel 2012. Tuttavia, l’istituto rileva un significativo trend di diminuzione delle denunce degli infortuni sul lavoro, del 9% rispetto al 2011 e del 23% rispetto al 2008. In calo del 9% rispetto al 2011 e del 27% rispetto al 2008 anche le morti sul lavoro.
Interrogati su quali siano i principali rischi, i professionisti di tutto il mondo identificano per lo più aspetti operativi. Gli italiani temono in particolare i rischi derivanti da agenti fisici come rumori, vibrazioni o radiazioni (47%) e dagli aspetti ergonomici come la ripetitività del lavoro (35%), oltre alla presenza di sostanze chimiche (35%). Piuttosto che focalizzarsi su strategie di prevenzione, si ritiene più efficace intervenire direttamente sull’operatività.
La classifica globale delle azioni più efficaci è guidata, infatti, dalle attività di manutenzione (48%) e dalle misure d’emergenza (46%). Le iniziative che mirano a regolare l’organizzazione aziendale come le attività di valutazione dei potenziali rischi (37%) e l’adozione di misure precauzionali (35%) occupano posti più bassi della graduatoria.
In Italia, in testa alla lista ci sono i controlli medici per i lavoratori (57%) e le attività di assessment dei rischi (49%), rivelando che gli italiani sono un passo avanti rispetto alla media dei colleghi stranieri per quel che riguarda gli aspetti organizzativi. Il rispetto delle leggi (94%) e delle politiche interne (74%) sono le ragioni principali che spingono le aziende italiane a occuparsi di salute e sicurezza sul lavoro, indipendentemente dalle ripercussioni sulle performance di mercato.
Infatti, la continuità del business (24%), la protezione del marchio (21%), il soddisfacimento di esigenze del cliente (19%) o l’opinione pubblica (17%) rappresentano spinte minori. Per il futuro, i professionisti di tutto il mondo, italiani inclusi, si aspettano una riduzione dei rischi operativi ma non rinunceranno a intraprendere azioni di tutela. Le attività di assessment dei rischi (63%), l’adozione di sistemi di gestione dei rischi (60%) e la formazione per i lavoratori (58%) saranno le attività a cui ricorreranno maggiormente le aziende italiane, passando, così, dagli aspetti più strettamente operativi a quelli organizzativi e di prevenzione.