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Giustizia: Unagipa, progetto riforma contrasta con obiettivi efficienza

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Roma, 24 set. (Adnkronos) – Si preannuncia una ‘massiccia adesione’ allo sciopero proclamato dall’Unione Nazionale Giudici di Pace (Unagipa) dal 29 settembre al 3 ottobre prossimi. Lo annuncia in una nota la stessa Unagipa, sottolineando che i dati provenienti dai diversi distretti segnalano che oltre il 90% dei giudici di pace aderirà allo sciopero della prossima settimana.
“Il progetto di riforma della giustizia di pace elaborato dal ministro Orlando – ribadisce l’unione – contrasta radicalmente con gli obiettivi rivoluzionari e di efficienza annunciati dal presidente del consiglio Matteo Renzi, riciclando vetusti orientamenti corporativi di alcuni esponenti meno illuminati della magistratura professionale, che intendono risolvere i gravi ritardi della giustizia, scoraggiando e ‘rottamando’ la domanda di giustizia e scaricando sui giudici di pace buona parte del contenzioso civile e cioè le cause di risarcimento per danni da circolazione del valore fino a 50mila euro, per tutte le altre cause mobiliari fino a 30mila euro, con un aumento del 600% dell’attuale limite di competenza per valore, i procedimenti di esecuzione mobiliare, cause immobiliari minori e altro”.
E ciò, aggiunge l’Unagipa, “senza riconoscere ai giudicanti alcun diritto e garanzia. L’ assoggettamento di stampo gerarchico della magistratura di pace ai vari presidenti di tribunale nelle diverse funzioni loro assegnate, all’interno dell’ufficio del processo , nella sostituzione dei giudici professionali ed infine, nella trattazione dei processi di competenza della giustizia di pace, determinerà, inesorabilmente, la fine della celerità dei processi trattati dai giudici di pace (attualmente definiti in meno di un anno)”. E ancora, gli intenti ‘regressisti’ del governo Renzi, si fa notare, “si pongono in contrasto con i più elementari precetti costituzionali e aggravando i problemi di efficienza”.
Di fronte ad un apparato “così lontano dalle aspettative della società civile e di un paese democratico, regolato da principi di gerarchia e dall’assoluta discrezionalità circa la determinazione delle decisioni fondamentali” – conclude l’Unagipa- “l’assegnazione delle cause, le condizioni economiche, la fissazione degli obiettivi dell’attività, le assegnazioni a diverse funzioni, i trasferimenti di sede, le aggravate sanzioni disciplinari e la stessa cessazione dell’incarico, la categoria rileva di trovarsi di fronte al peggiore progetto di legge che la politica abbia mai partorito. Al di là della difesa della condizione di lavoro dei giudici, il progetto governativo snatura la funzione giudicante e lede le aspettative di tutti i cittadini ad un giudice imparziale, professionale e terzo”.