Home Nazionale Giustizia: penalisti, da Grasso giudizi non condivisibili su riforma

Giustizia: penalisti, da Grasso giudizi non condivisibili su riforma

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Roma, 24 set. (Adnkronos) – “Sarebbe lecito attendersi che il presidente del Senato, come qualunque altra carica imparziale e di garanzia, parli sempre lasciandosi alle spalle ciò che egli è stato nella propria vita professionale, così come rammentato dallo stesso Grasso che ha affermato che la seconda carica dello Stato ‘non deve soltanto essere imparziale, ma deve anche apparire imparziale'”. E invece il presidente del Senato Pietro Grasso “ha espresso il proprio giudizio, quale seconda istituzione della Repubblica, sulla riforma della giustizia nel nostro Paese”. Lo afferma in una nota il presidente dell’unione camere penali, Beniamino Migliucci, replicando all’intervista rilasciata oggi al “Corriere della Sera” da Grasso.
Il presidente del Senato, spiega il leader dei penalisti, “ha sostenuto che le riforme non si fanno contro i magistrati; che la giustizia non funziona perché, nell’ordine, ci sono troppi avvocati, i quali moltiplicano e rallentano procedimenti perché ‘causa che pende, causa che rende’; che ci sono troppi appelli e troppi ricorsi per Cassazione; che quello delle ferie dei magistrati non è un problema, poiché hanno le stesse ferie di ogni pubblico dipendente, che quei 15 giorni in più servono per scrivere le sentenze e comunque sono gli unici a non ricevere regali a Natale e a Pasqua; e così via discorrendo”.
Migliucci, citando la ricerca statistica che l’Unione delle camere penali italiane svolse con l’istituto Eurispes nel 2008 sulle cause del “catastrofico malfunzionamento del processo penale”, sottolinea che le “indagini preliminari, anche le più banali, giacciono immotivatamente ferme per anni; che le prescrizioni maturano per il 70% in questa fase; che la prima udienza successiva al rinvio a giudizio viene fissata anche con anni di ritardo; che le udienze si rinviano perché il sistema delle notifiche alle parti è catastroficamente collassato, e perché i testi, una volta citati, compaiono in percentuale molto bassa; e tutto ciò senza che gli avvocati abbiano potuto fare danni”. “Siamo certi che Grasso leggerà quella nostra ricerca – conclude Migliucci – così come siamo convinti che prenderà atto della percentuale di riforme in appello (oltre il 40%) e chiederemo di incontrarlo per parlare insieme, finalmente, delle cause reali della paralisi della giustizia in Italia”.