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Fabbrini interviene sulla questione Arezzo Fiere

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“Siamo consapevoli che la fretta spesso non è buona consigliera, ma l’eccessiva flemma con cui i vertici di Arezzo Fiere e Congressi sembrano affrontare, perlomeno stando ad alcune dichiarazioni riportate dai giornali, il problema della sostituzione del direttore dimissionario ci preoccupa non poco. L’eventualità poi che il direttore non venga neanche sostituito perché all’interno del cda ci sarebbero le competenze sufficienti, ci appare un equivoco di ruoli davvero disarmante”. A parlare è il presidente degli albergatori aretini Gianni Fabbrini, che esprime la preoccupazione di tutta la categoria dopo l’intervento del neopresidente di Arezzo Fiere e Congressi Andrea Boldi.

“Col dilettantismo e il pressappochismo non si va da nessuna parte e soprattutto non si gestisce il polo espositivo più importante dell’Italia centrale, una struttura dalle enormi potenzialità nella quale l’intera comunità ha investito e continua ad investire ingenti quantità di denaro”, sottolinea con fermezza Fabbrini, che ricorda: “avevamo già esternato le nostre preoccupazioni al momento in cui Barbieri annunciò la sue dimissioni. Sotto la sua direzione Arezzo Fiere ha visto moltiplicarsi gli eventi in grado di portare migliaia di visitatori in città. Non vorremmo che il lavoro di Barbieri nel costruire relazioni e credibilità al nostro polo espositivo venisse vanificato. Non avrebbe senso aver investito 24 milioni di euro nell’ampliamento di una superficie espositiva probabilmente sovradimensionata rispetto alle necessità, per poi tagliare i costi sulla sua conduzione operativa”.

“Ci siamo molto allarmati nel leggere le dichiarazioni dei rappresentanti dell'ente, quando dicono che un nuovo direttore non serve o quanto meno che non esiste alcuna fretta per la sua individuazione”, prosegue il presidente degli albergatori aretini, “se consideriamo che per cercarlo, individuarlo, convincerlo a venire ad Arezzo, attendere i suoi tempi di disimpegno e preavviso dall'occupazione precedente passeranno non meno di 5/6 mesi, qualcuno dovrà spiegarci nel frattempo di cosa vivranno le strutture ricettive aretine, considerata l’enorme ricaduta sull’economia territoriale che tutti riconoscono al turismo congressuale".