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Ebola: Nursind, non colpevolizzare infermieri per epidemia

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Milano, 14 ott. (AdnKronos Salute) – “Noi infermieri, in prima linea nell’assistere i malati, non possiamo essere colpevolizzati del propagarsi dell’epidemia di Ebola. Formazione, organizzazione e sistemi di protezione sono elementi indispensabili per la difesa della salute dei cittadini e spesso sono limitati ed espongono gli infermieri al rischio”. E’ lo sfogo del sindacato Nursind, che interviene con una nota dopo i casi di contagio registrati nella categoria e finiti alla ribalta delle cronache, dall’infermiera spagnola a quella Usa. Il sindacato annuncia l’attivazione sul portale della testata on-line ‘InfermieristicamenteSindacando’ di una specifica sezione dedicata all’emergenza Ebola.
“Più volte il Nursind ha ribadito davanti al taglio delle risorse umane ed economiche che gli infermieri erogano salute a discapito della propria. I contagi del virus Ebola sono un’ennesima dimostrazione dei rischi che corriamo quotidianamente e del valore della nostra professione. Rischi e valore non riconosciuti. Nella prossima legge di stabilità si troveranno i soldi per il rinnovo dei contratti delle forze di sicurezza mentre il sistema sanitario nazionale continua a subire tagli e gli stipendi e le indennità degli infermieri sono fermi al palo. Perché dobbiamo rischiare la nostra vita e difendere quella di tutti se il nostro datore di lavoro non riconosce il valore della nostra professione? Un motivo in più per manifestare il 3 novembre a Roma il disagio che sta vivendo la categoria”, sottolinea Nursind.
Attraverso la sezione dedicata all’emergenza Ebola “il sindacato chiede agli infermieri di offrire il proprio contributo segnalando ad un indirizzo mail ([email protected]) impressioni, timori, ma anche informazioni sulle modalità con cui le strutture sanitarie in cui operano si stanno attrezzando per fronteggiare eventuali casi sospetti (dotazioni strumentali, protocolli operativi, dotazioni individuali, formazione, eccetera). Un’iniziativa che punta a offrire il punto di vista “di chi opera nelle strutture sanitarie e, al tempo stesso, delineare una mappa e una tracciatura delle attività e delle iniziative di prevenzione attuate su tutto il territorio nazionale”.