Home Nazionale Diritti umani: Antigone, su reato tortura vertici polizia dicano la loro

Diritti umani: Antigone, su reato tortura vertici polizia dicano la loro

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Roma, 27 ott. (Adnkronos) – Domani L’Italia sarà giudicata dal Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite per l’assenza del reato di tortura nella propria giurisprudenza. Da 26 anni il Paese ha aderito alla convenzione Onu contro la tortura non avendola però recepita. “Si pensa che introdurre il reato di tortura sia una forma di penalizzazione per le forze di polizia, invece rappresenterebbe un modo per distinguere le mele marce”. E’ il commento del presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella, alla vigilia del giudizio che attende il Paese al Palazzo di Vetro. “A questo punto dicano la loro i vertici delle forze di polizia, è l’unico modo. Se – aggiunge Gonnella – dessero il loro assenso, verrebbe introdotto in due mesi”.
Il presidente di Antigone si sofferma sulla questione sottolineando come “avremmo voluto un impegno da parte del Governo, con un disegno di legge, visto come procede ora l’azione legislativa. D’altronde – spiega Gonnella – si tratta soltanto di tradurre un articolo di 15 righe dall’inglese, il tutto senza spese”. Le cause di tale lentezza sono da individuare, per il massimo esponente di Antigone, nella “debolezza della politica, che non ha più un ruolo pedagogico” nella vita del Paese.
Il presidente di Antigone promette di non abbassare i toni della campagna, intrapresa da tempo, in quanto “alla precedente seduta del Consiglio Onu, l’Italia rivendicò il diritto a non ammettere il reato nel proprio codice” ricorda Gonnella. In sostanza Antigone continuerà a farsi sentire fino a quando le sue istanze non verranno accolte.