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Con Gianni Gagliardo in viaggio ‘Sulle ali del Barolo’

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Roma, 10 dic. (Labitalia) – Oggi il rosso di Langa è una ‘star’ mondiale, conosciuto e apprezzato nei quattro angoli della terra, ma solo una ventina di anni fa non era così. Questo successo è frutto di qualità e tenacia del lavoro di uomini che, bottiglie in valigia, hanno viaggiato in lungo in largo instancabilmente, per far conoscere il Barolo. Come Gianni Gagliardo, che si definisce vignaiolo e viaggiatore. E ‘Sulle ali del Barolo’ è il titolo del suo libro, edito da Cinquesensi, che ripercorre questi viaggi e la voglia di raccontare.
“Qualche tempo fa ho preso di mira il mio Iphone e ho deciso di cominciare a raccontargli qualcosa, quasi come se parlassi col mio gatto, con la differenza che lo scritto rimane, oltre che fare compagnia. Sempre in momenti di totale isolamento“, spiega l’autore.
Una serie di aneddoti, osservazioni sui luoghi e sulla gente, da Saigon a Novara. Scorrono strade percorse con il primo furgone, i primi voli, il Kazakistan, le Filippine, ma anche Roma e tanti ritorni a casa, dove invitare la gente incontrata per il mondo, per far conoscere la propria terra e le cantine. Gagliardo ricorda come ha ideato la prima Asta del Barolo e come abbia deciso di allargare la prospettiva e condividere l’evento, sempre più famoso e internazionale, con il territorio e altri produttori fondando l’Accademia del Barolo, anche in questo caso viaggiando.