Roma, 1 ott. (Adnkronos) – ‘Liberaladomenica’. È questo lo slogan con cui Confesercenti fa appello al Senato, dopo che la Camera ha approvato una proposta di legge che prevede la riduzione delle giornate di chiusura obbligatoria degli esercizi commerciali da 12 a 6 ogni anno.
“La scelta di queste giornate festive viene lasciata ai singoli esercenti. Gli effetti sono stati devastanti per quanto riguarda il commercio. Non sono aumentati i consumi ed è diminuita la concorrenza”, dichiara in proposito Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti a margine di una conferenza stampa a Montecitorio. “Nelle città ci sono 600mila esercizi commerciali sfitti. Dal 2012 al 2014 -denuncia- sono state chiuse 165mila imprese. Ci si è dimenticati, in tutto questo, di verificare lo Statuto delle imprese che prevede che prima di adottare qualunque tipo di provvedimento occorrerebbe valutarne l’impatto nel settore economico”.
“La situazione è di assoluto degrado per quanto riguarda il commercio a fronte della modifica legislativa che auspicavamo ridesse equilibrio ma che, invece, coinvolge solo la grande distribuzione. Le prospettive non sono assolutamente incoraggianti per le piccole imprese. Si attende un processo di ulteriore disgregazione. Noi diciamo che non bisogna tener chiusi i negozi di domenica ma che bisogna lasciarli aperti di domenica se ci sono le condizioni. Diamo la possibilità ai sindaci di decidere. Laddove non ci sono esigenze turistiche o di altra natura -conclude Bussoni- non ha senso tenere aperto. Si altera solamente l’equilibrio commerciale”.