Home Nazionale Cgil Umbria: con decreto posti lavoro a rischio Camere commercio

Cgil Umbria: con decreto posti lavoro a rischio Camere commercio

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Perugia, 18 lug. (Labitalia) – “Il governo Renzi con il paventato decreto 90 prova a mettere la mani sul sistema camerale. Con una mossa affrettata e poco oculata si decide di riformare un ente virtuoso che ha sempre goduto di autonomia finanziaria, senza gravare sulle casse dello Stato. A farne le spese, intanto, saranno circa 60 dipendenti delle società esterne della Camera di commercio di Perugia (per esempio Intercam), che ormai da anni contribuiscono con successo e a costi ridotti al funzionamento di un ente da sempre vicino alle imprese Umbre”. E’ quanto si legge in una nota congiunta Cgil regione Umbria e Filcams Cgil Perugia.
“Lavoratori e lavoratrici che sono in gran parte -spiega- padri o madri di famiglia, che hanno un salario intorno ai 1.000 euro e che, nella maggior parte dei casi, sono gli unici a portare uno stipendio in famiglia. Si tratta di dipendenti (la maggior parte laureati) con decenni di esperienza e professionalità che hanno maturato competenze svolgendo servizi primari nell’ente camerale. Il previsto decreto non consentirebbe quindi alle Camere -fa notare- di erogare, attraverso dipendenti a basso costo, servizi di qualità alle imprese e al territorio umbro. Non è previsto alcun ricollocamento di queste figure professionali che pertanto verrebbero licenziate ‘dall’oggi al domani'”.
“Razionalizzare e ottimizzare è giusto e auspicabile -continua la nota sindacale- ma riteniamo più giusto ed equo farlo a partire dall’alto, andando a ridurre i costi per la dirigenza, per le giunte e i consigli camerali e agendo laddove vi siano margini e spese improduttive che possano consentire di reperire risorse senza andare a tagliare posti di lavoro. Inoltre, si dovrà lavorare -precisa- per respingere ogni tentativo finalizzato a generare lotte fra tutelati e meno tutelati. Perciò, la Filcams Cgil di Perugia, unitamente ai dipendenti di queste aziende, oltre ad esprimere forte preoccupazione, chiede alle istituzioni e ai parlamentari umbri -conclude- di farsi promotori, attraverso un’azione di pressione sul governo, di un netto miglioramento del decreto, per scongiurare altri 60 esuberi in un territorio già in ginocchio”.