Home Nazionale Alla Pelanda del Macro di Roma va in scena ‘Hakanai’, tra coreografia e arti digitali

Alla Pelanda del Macro di Roma va in scena ‘Hakanai’, tra coreografia e arti digitali

0

Roma, 24 ott. (AdnKronos) – Coreografia e arti digitali si incontrano stasera e domani a La Pelanda del Macro di Testaccio a Roma, in occasione della quinta edizione di Digital Life: Play, con ‘Hakanaï’. Creazione del duo Adrien M-Claire B, ‘Hakanaï’ è un dialogo ad alto tasso spettacolare tra una danzatrice e la scenografia video che la circonda, un panorama in continua trasformazione, un paesaggio onirico che reagisce attraverso il movimento.
In giapponese il termine Hakanaï significa fragile, impermanente, incorporeo: lo spettacolo della compagnia Adrien M-Claire B – che vedrà due repliche nell’ambito del Romaeuropea Festival sia stasera che domani, alle 20 e alle 22 alla Pelanda – si muove appunto sulla frontiera sfumata, leggera ed evanescente, tra sogno tecnologico e realtà fisica. E’ un incontro esemplare del nuovo circo con la danza, l’arte contemporanea, la tecnologia informatica quello di Adrien Mondot, artista multidisciplinare, programmatore ma che si definisce anche un giullare e di Claire Bardainne, artista, scenografa e designer. Attivi fin dal 2004 i due artisti spaziano dall’installazione, ai laboratori, dal cabaret a spettacoli dove reinventano ogni volta la relazione tra realtà virtuale e fisicità. Costruito solo apparentemente come un solo coreografico, Hakanaï trasforma in danza anche le immagini video proiettate, come ologrammi, in un quadrato di tulle bianco. Qui si articola un panorama in continua trasformazione, onirico e virtuale in cui, come in un duetto, l’immagine tridimensionale risponde a ogni movimento dell’interprete Akiko Kajihara.
Anamorfosi e metamorfosi, forme astratte e brandelli di paesaggio, superfici e corpo danzante, s’intrecciano infrangendo la barriera che rende una scenografia decorativa per creare una danza che forma e dà vita allo spazio. Una dimensione sognante e astratta che ci riporta al centro dell’immaginario e del sogno, tutto umano, di creare e manipolare il panorama che ci circonda.