“Si può anche far finta di nulla e dare la colpa sempre agli altri, non sarebbe la prima volta visti i protagonisti, ma la manifestazione di questa mattina degli studenti del Fossombroni parla da sola e sorprende che persone di sinistra nate e cresciute con il mito delle manifestazioni studentesche diventino censori severi solo perché stavolta stanno dall’altra parte.
Detto questo: che il Piero della Francesca fosse potenzialmente esplosivo si sapeva dal dicembre scorso e poco si comprende come mai non si sia aperto subito un confronto con il Dirigente che poi si intendeva chiamare in causa ma soprattutto non si comprende come mai, nonostante mancassero spazi già allora, si sia dato il via libera alla possibilità di attivare nuovi indirizzi. Di tutto questo la Provincia dovrà rendere conto. A questo punto però più che di riunioni autoreferenziali come quella tenutasi in Provincia questa mattina gestita pure con accenti teatrali e non raramente da avanspettacolo, forse è arrivato il tempo di iniziare a pensare a come rendere meno difficile, per tutti i ragazzi del Fossombroni e dell’Artistico, quest’anno scolastico – compresi gli ignari ragazzi del Convitto Nazionale a cui si vocifera verranno ridotti gli spazi a loro disposizione – e come programmare con tutti i Dirigenti e con il Comune di Arezzo le azioni da mettere in campo perché il prossimo anno non ci si ritrovi nelle stesse condizioni.
La guerra dei Dirigenti, così come quella delle aule, mi appassiona il giusto anche perché era prevedibile e prevista, ciò che pretendo di sapere è come mai si è arrivati a tensioni mai viste prima e quali soluzioni si intende prendere ora visto che non accetto che la Provincia, che è una Istituzione, si schieri con una Dirigenza (chiamata a riferire a ruota libera in pubbliche riunioni) contro un’altra (attaccata direttamente sulla stampa), facendo valere logiche politicamente anomale che non faccio fatica a riconoscere se penso ad altre vicende con medesimi protagonisti che sono esse stesse sul punto di esplodere nuovamente e pubblicamente. Per tutte queste ragioni serve un confronto aperto dove tutte le parti in causa potranno confrontarsi con serenità ma anche schiettezza.
Un confronto che il PDL chiederà prima in maniera informale e poi in maniera formale, come è previsto nelle nostre prerogative di maggior gruppo di opposizione che da nove mesi dice ciò che oggi tutti vedono.

Lucia Tanti
Capogruppo del PDL Provincia di Arezzo