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Squinzi: obiettivo sia uno solo, tornare a crescere

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Roma, 23 mag. (Labitalia) – "L'obiettivo deve ora essere uno solo: tornare a crescere". E' l'imperativo indicato dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, dal palco dell'assemblea annuale dell'organizzazione. "Per tornare a produrre più benessere l'Italia, deve fare leva sulla sua risorsa più importante: la vocazione industriale in tutte le sue declinazioni". I numeri parlano chiaro e offrono un "quadro inquietante per noi imprese, per le famiglie, per i nostri giovani", afferma Squinzi. "L'occupazione è diminuita pericolosamente, crollata tra i più giovani. I disoccupati sfiorano i tre milioni", aggiunge, e "a onor del vero non è tutta colpa della crisi". "Dal 1997 al 2007 il tasso di crescita dell'economia italiana è stato mediamente inferiore di circa un punto percentuale l'anno a quello dei Paesi dell'area euro", sottolinea il leader degli industriali."Se questo sarà il governo della crescita, noi lo sosterremo con tutte le nostre forze", assicura. Per Squinzi, serve una stagione di cambiamento, serve che il governo ponga come "pilastro portante" la politica industriale. "L'azione di governo deve avere come pilastro portante delle proprie scelte la politica industriale. Perché produrre significa lavoro, lavoro significa meno precarietà, migliori tutele, crescita dei salari e della domanda interna", spiega. La modernizzazione e le riforme, a cominciare da quella della legge elettorale, "non sono più rinviabili", sottolinea il presidente di Confindustria, che al premier, Enrico Letta, rivolge "un accorato appello" per intervenire su questo fronte. E in particolare sulla legge elettorale "ne serve una – sottolinea – che assicuri legislature piene e stabilità governativa". "Sul fronte della politica sembra siglata una tregua. Non quella solida, di cui l'Italia ha estremo bisogno della quale confermiamo la necessità assoluta per affrontare i processi di modernizzazione che porterebbero il Paese fuori dalla crisi", evidenzia. "Considerato l'esito elettorale e la stagione di conflitti che abbiamo alle spalle, il governo in carica -dice Squinzi- è un buon risultato e al presidente del Consiglio, di cuore, auguri di buon lavoro"."Considerato l'esito elettorale e la stagione di conflitti che abbiamo alle spalle – osserva Squinzi – il governo in carica è un buon risultato e al presidente del Consiglio, di cuore, un augurio di buon lavoro. Da parte nostra – assicura il numero uno degli industriali – non smetteremo di incalzare governo e Parlamento, con responsabilità e concretezza e di ricercare con le altre parti sociali il confronto per trovare soluzioni". Quello che è certo, per Squinzi, è che "non possiamo cedere al pessimismo o a divisioni figlie di interessi di parte, forse legittimi, ma che chiudono spazi di manovra già stretti". "Urgono- incalza- interventi per alleviare la sofferenza sociale. Il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali è vitale"."Bisogna restituire alla libera iniziativa pezzi di Paese, liberarli da controlli impropri, spesso incompetenti. Un capitolo, questo, appena sfiorato e poi messo da parte dai governi che si sono succeduti", afferma poi entrando nel capitolo liberalizzazioni. "Il peso diretto o indiretto dello Stato o della P.a sfiora il 60% del valore del Pil nazionale", prosegue, ammonendo ancora: "Le liberalizzazioni riducono le posizioni di rendita e aprono spazi per nuove iniziative imprenditoriali e nuova occupazione. Il mercato liberalizzato aumenta la qualità e riduce i prezzi dei prodotti e dei servizi, a vantaggio di tutti", conclude.Per Squinzi, anche la pubblica amministrazione va riformata: "Tutti hanno una loro ricetta ma non esistono soluzioni a scatola chiusa. Guardiamo cosa accade in Europa, dove convivono filosofie organizzative e modelli diversi", osserva, aggiungendo che "una cosa appare chiara: il livello di efficienza è sempre più elevato di quello italiano, prova del fatto che l'unica scelta da non fare è non scegliere".