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Meluzzi lancia da Indicatore la sua ultima crociata

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Meluzzi lancia da Indicatore la sua ultima crociata

Lo psichiatra ed ex deputato Alessandro Meluzzi lancia da Indicatore la sua ultima battaglia politica che sarà resa nota in televisione nella settimana dopo Pasqua. Abolire l’ultima istituzione totale rimasta in vita per i malati mentali: il carcere. Oggi se uno dà in escandescenze e rompe un bastone in testa ad un passante, in assenza di strutture adatte, viene dirottato subito in carcere nonostante la patologia psichiatrica. Lì non viene curato, peggiora ed ha un costo economico maggiore che se vivesse in vacanza in un albergo. Sono 20mila i malati chiusi in carcere in condizioni pietose. Solo la fede ritrovata ha permesso a Meluzzi di non abbandonare un’attività di cura dove è facile perdere in poco tempo il risultato di anni di lavoro. E’ il diacono che parla quando afferma di riconoscere nel volto sfigurato del malato di mente quello di Cristo in croce.
L’intervento nella chiesa dello Spirito Santo ad Indicatore la sera del 21 marzo, ospite di “Ezechiele”, l’associazione che promuove la creazione del mosaico più grande del mondo nella chiesa stessa e di don Santi Chioccioli committente, era iniziato con un elogio di Papa Francesco dal disarmante stile tenero proprio delle Beatitudini, che insegna la vicinanza al popolo come San Francesco che inventò un monachesimo della strada chiamando frati e non monaci i suoi collaboratori gettati nel mondo, fuori dai chiostri. Attenti comunque alla papalatria anche perché sin da Pio nono la chiesa ha avuto papi tutti grandissimi. Ha ripercorso la sua conversione nata dall’incontro con don Pierino Gelmini e con don Santi Chioccioli. Si tratta di una conversione che si rinnova dodici volte al giorno ed altrettante volte ricade nell’uomo vecchio, una lotta continua per affermare la vita cambiata dall’incontro personale con Dio, anche se i carismi poi sono ecclesiali. Rispondendo ad una signora del pubblico, ha riassunto il suo ultimo libro “Ho visto e ho creduto?, Piemme edizioni, dove racconta la sua vita dalla nascita a Mirafiori Sud in Torino, alla cacciata dalla Fgci di D’Alema nel 1982, al ritorno alla fede dal partito comunista e dal buddismo, fino alla discesa in campo come deputato craxiano di Forza Italia, contro il golpe paramilitare giudiziario che ha eliminato fisicamente Dc e Psi, ponendo fine alla Prima Repubblica che lavorava per il popolo.
Infine ha lasciato la scena ad un suo amico che presto vedremo nei salotti televisivi, quel Mario custode dalla travagliata vita che nel 1997 salvò la Sacra Sindone dal colossale incendio torinese. Alla fine si è intrattenuto con i presenti che hanno riempito a sedere tutte le panche della chiesa, ricevendo anche da un nuovo residente di Indicatore, il giornalista e scrittore Luca Tognaccini, il compito di consegnare anche a Claudio Brachino il romanzo “Lezioni cubane” che parla del loro incontro a Cuba nel 1994.