Home Nazionale Londra, perquisizioni nel Lincolnshire. Cameron presiede comitato per emergenze

Londra, perquisizioni nel Lincolnshire. Cameron presiede comitato per emergenze

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Londra, 23 mag. (Adnkronos) – Nel quadro delle indagini scattate dopo l'attacco al soldato ucciso a Londra a colpi di mannaia, la polizia britannica ha effettuato delle perquisizioni nel Lincolnshire, ad un indirizzo a Saxilby, vicino Lincoln. Lo rende noto la Bbc.In programma oggi una nuova riunione del comitato interministeriale per le emergenze, il Cobra, presieduta dal primo ministro britannico David Cameron. Il Cobra, che già si era riunito ieri sera mentre Cameron era in missione a Parigi, esaminerà diverse opzioni per il rafforzamento della sicurezza. I due aggressori, feriti dalla polizia, sono piantonati in ospedale, dove uno è in gravi condizioni. L'indagine è stata affidata agli esperti dell'antiterrorismo, ha riferito la polizia. In un video, diffuso dalla rete televisiva Itv, uno degli aggressori brandisce un coltello e un'accetta con le mani sporche di sangue e grida: "Giuro su Allah onnipotente che non smetteremo mai di combattervi". Il Consiglio dei musulmani britannici ha definito l'attacco "un atto barbaro che non ha nulla a che vedere con l'Islam". Fonti del governo britannico hanno confermato che la vittima del sanguinoso attacco con l'ascia era un militare ma non hanno fornito ulteriori dettagli sulla sua identità. Parla oggi la donna ritratta nelle fotografie scattate sul luogo dell'attacco vicina ad uno dei due aggressori mentre ha ancora in mano un coltello. Per più di cinque minuti ha parlato proprio con loro. Sul luogo, ha spiegato Ingrid Loyau-Kennett al 'Guardian', è capitata perché stava rientrando a casa dopo un viaggio in Francia e aveva preso un autobus per raggiungere Parliament Square. "L'autobus si è fermato. Potevo vedere chiaramente un corpo sulla strada e un'auto danneggiata. Avevo seguito un corso di primo intervento e allora ho chiesto a qualcuno di dare un'occhiata alla mia borsa e sono scesa per vedere se potevo essere d'aiuto – racconta -. Mi sono avvicinata al corpo, c'era una signora seduta che ha detto che era morto. Aveva cercato di assisterlo mettendo qualcosa sotto la sua schiena e una giacca sul volto. Gli ho sentito il polso e non aveva battiti". "Poi un uomo nero con un cappello nero ed una pistola in una mano e una mannaia nell'altra si è avvicinato. Era in uno stato di sovreccitazione e mi ha detto di non avvicinarmi al corpo. Non provavo qualcosa in particolare. Non avevo paura perché non era ubriaco, non era sotto l'effetto di droghe. Era in uno stato normale. Potevo parlare con lui e lui voleva parlare e questo abbiamo fatto". "Ho parlato con lui per più di cinque minuti. Gli ho chiesto perché avesse fatto quello che aveva fatto. Ha detto che aveva ucciso l'uomo perché era un soldato britannico che aveva ucciso donne musulmane e bambini in Iraq e Afghanistan. Era furioso per la presenza in quei posti dell'esercito britannico". Poi l'uomo si è allontanato e la donna ha parlato con l'altro aggressore: "Era più tranquillo, più timido. Gli ho chiesto se mi volesse dare ciò che aveva in mano, un coltello. Ha detto di no". Più tardi è arrivata la polizia e i "due aggressori sono corsi verso l'auto e gli agenti li hanno colpiti alle gambe, credo". "Sono solo contenta di essere riuscita a fare qualcosa che può avere evitato altri problemi. Al momento mi sento bene, ma so che l'effetto dello shock potrebbe investirmi più avanti", conclude.