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Fedart: crisi pmi si estende anche a sistema Confidi

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Roma, 28 nov. (Labitalia) – Un tasso lordo di sofferenza schizzato a circa il 9%, la contrazione dei finanziamenti e le mancate erogazioni da parte del sistema bancario. Questi i numeri che emergono della diciassettesima edizione della ricerca sui Confidi di Fedart, presentata oggi a Roma, in occasione della convention annuale di Fedart-Fidi (Federazione nazionale unitaria dei Confidi dell'artigianato), che proseguirà fino a sabato 30. Si tratta di uno studio che, attraverso i dati consolidati al 31 dicembre 2012 e una prima analisi congiunturale al 30 giugno 2013, illustra i dati più recenti sullo stato del credito in Italia, visto dallo specifico punto di vista del rilascio delle garanzie. "La drammatica crisi -rileva la ricerca- che negli ultimi anni ha attanagliato il sistema finanziario prima e quello produttivo dopo si sta oggi estendendo anche ai Confidi che, per supportare le imprese associate, hanno incamerato volumi non più fisiologici di sofferenze e stanno assistendo a una chiara contrazione dei volumi operativi". "Si è ridotto -si legge- il volume dei finanziamenti garantiti nel corso dell'anno, che per la prima volta dall'avvio della crisi si attesta al di sotto dei 6 miliardi di euro, pur a fronte di un aumento delle imprese associate, segno che la garanzia dei Confidi è ancora uno strumento utile per l'accesso al credito delle pmi. Le difficoltà che segnano il credito sono ulteriormente confermate dalla ormai marcata prevalenza del credito a breve termine su quello con una scadenza di medio e lungo termine, utilizzato per finanziare gli investimenti. Il sistema ha in essere 6,6 miliardi di euro di garanzie complessive, sostanzialmente stabili rispetto al periodo precedente. Le mancate erogazioni dei finanziamenti corrispondenti da parte del sistema bancario restano elevate: solo i due terzi delle garanzie deliberate dai Confidi sono state effettivamente erogate. Questo rilevante gap conferma la difficoltà di accesso al credito delle piccole imprese, pur in presenza di una quota di garanzia offerta dal Confidi su ogni finanziamento che ha segnato un incremento di oltre 1,5 punti percentuali rispetto all?anno precedente (46,7%)". La dotazione patrimoniale, che ammonta complessivamente a circa 866 milioni di euro, ha segnato una lieve flessione rispetto all'anno precedente. Anche per effetto della contrazione dei volumi, nonostante questa tendenza il coefficiente di solvibilità, espresso dal rapporto tra il patrimonio netto e lo stock di garanzie, ha registrato un leggero segno positivo, passando al 13,4% dal 13,0%. Ma a fronte di questa sostanziale stabilità il tasso lordo di sofferenza è letteralmente schizzato oltre 9%, dal 6,3% del 2011, pur rimanendo comunque notevolmente al di sotto di quello bancario (12,9%), e che dalle prime evidenze al 30 giugno 2013 è destinato a salire ulteriormente. Per una valutazione completa della situazione, occorre considerare anche le posizioni deteriorate, ossia quelle che manifestano i primi segnali di difficoltà dell'impresa, per quanto non attestino una situazione di insolvenza irreversibile. Per il terzo anno consecutivo, il sistema nel suo complesso ha conseguito una perdita di esercizio e per la prima volta le commissioni nette non sono in grado di assorbire le rettifiche di valore per sofferenze."Nei cinque anni -spiega Leonardo Nafissi, direttore Fedart Fidi, curatore della ricerca- di questa grave crisi economica in cui la relazione tra il sistema bancario e quello imprenditoriale, specialmente quello costituito dalle realtà economiche di minori dimensioni, si è irrigidita, i Confidi sono stati riconosciuti come ammortizzatori sociali che hanno contribuito a mitigarne gli effetti negativi, favorendo l'accesso al credito delle imprese e spesso assicurando, in tal modo, la sopravvivenza stessa di molte di queste. Tuttavia l'ulteriore peggioramento nel contesto generale che si è manifestato nell'ultimo anno e il sempre più intenso impegno del sistema nel sostenere le imprese sta mettendo in evidenza alcuni chiari segnali di difficoltà per i Confidi stessi e rischia di generare effetti dirompenti su tutto il tessuto produttivo del Paese".