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‘Dall’inferno all’infinito’: di e con Monica Guerritore

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“Dall’inferno all’infinito”: di e con Monica Guerritore

In scena il 18 luglio all’interno di ICASTICA 2013: 21,30 Piazza San Domenico – all’attrice anche il Premio Icastica alla carriera –

La struttura drammaturgica originale a opera di Monica Guerritore in “Dall’inferno all’infinito” si affida all’analisi di un grande psicanalista come James Hillman e alla forza espressiva mentale e fisica dell’artista per far luce sulla discesa agli inferi di Dante. Nessun richiamo, come fa Roberto Benigni alla “storia o al tempo”, ma il racconto erratico di uno smarrimento del Sé e della sua ricerca all’interno del grande mare dell’animo umano. Gli incontri e le passioni che ne scaturiscono vengono rivelate e portate in scena con forme poetiche distanti per epoche e stili: Morante, Pasolini, Hugo, Valduga, Pavese, Leopardi. Come sempre nei suoi spettacoli, anche in questa performance l’artista riserva grande attenzione alle tracce musicali: Gyia Kanchely, Barber, Morricone, Craig, Armstrong , Sakamoto, Amalia Rodrigues.

Prodotto da Francesco Bellomo con Isola Ritrovata, lo spettacolo sarà in programma il 18 luglio alle 21,30 in Piazza San Domenico ad Arezzo, nell’ambito della prima edizione della rassegna di cultura estetica ICASTICA. All’attrice e autrice sarà assegnato anche il Premio ICASTICA alla carriera.

“Nella mia intenzione, il desiderio forte è di sradicare parole, testi, versi altissimi dalla collocazione conosciuta per restituire loro un senso originario e potente – dice Monica Guerritore. A noi solo il merito di esserci e ascoltare. A voce alta. Col cuore e con la testa”.

La possente forza indagatrice dell’Immaginazione (James Hillmann – Fuochi Blu) accompagna e spiega (in parte) la discesa nel buio dell’intima natura umana, che Dante mette in versi nei canti iniziali dell’Inferno (Divina Commedia). La sua ricerca, il suo volo al contrario, all’interno del Sé rivela una psiche politeistica e testimonia, con le sue “figure”, le molte persone che vi abitano (Jung – Il piccolo popolo). La forza della musica che accompagna tutta la performance diventa motore emotivo e precede, accompagna e amplifica gli incontri e le azioni e passioni che ne derivano. Dagli abissi naturali emergono figure contraddittorie sacre e umane (Paolo e Francesca – Beatrice) materne e paterne (Ugolino) che precedono Pasolini (Lettera a mia madre), Elsa Morante (Menzogna e Sortilegio) e le tentazioni di Patrizia Valduga (Cento Quartine). Un percorso erratico che rende la ricerca interiore con intuizioni e forme poetiche di maestri lontani tra loro, una unica grande anima e infinite le vie della testimonianza del Sé. Le parole di Eco, Valery, Hugo e del grande psicanalista Umberto Galimberti accompagnano, noi uomini di oggi, nella comprensione del nostro Inferno (luogo sconosciuto e misterioso) interiore. Là, nell’Infinito leopardiano. Tutto percepito e a noi consegnato da un’unica fonte: l’Intuizione Artistica. Di uomini e donne che hanno “cercato se stessi” (C. Pavese).