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Confagricoltura, restauro giardini e orti urbani arte da non improvvisare

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Roma, 1 lug. (Labitalia) – Restaurare un giardino o trasformare un balcone piantando frutta e verdura, creando i cosiddetti 'orti urbani' non è solo un lavoro, ma anche un'arte che non si può improvvisare. Un'arte che richiede competenze, capacità, ma soprattutto l'attenzione scrupolosa necessaria alla cura di piante e verdure che poi si vedono crescere e che, magari, si possono anche mangiare. "Soprattutto in certi periodi dell'anno – dice a Labitalia Francesco Mati, presidente della Federazione dei florovivaisti di Confagricoltura – arriva il momento di guardare in giardino cosa piantare di nuovo, come curare l'esistente, se una siepe ad esempio va potata o meno. In generale, una pianta ha necessità di avere un'alimentazione integrata con dei concimi, magari a basso impatto ambientale. Tutto questo si può tradurre in una maggiore sensibilità verso l'ambiente, verso il verde, ma anche verso una migliore qualità della vita". "Per tutti – continua Mati – arriva l'ora di riscoprire il giardino e il balcone, ma senza farsi prendere dalle 'piantagioni fai da te'. Purtroppo, in Italia, registriamo un incremento di giardinieri improvvisati con alle spalle un licenziamento o una cassa integrazione. Tuttavia, quella del giardiniere è una professione che necessita di una preparazione. E' facile arrecare danno a un giardino o a un balcone se viene fatta una potatura nel momento sbagliato o utilizzando attrezzature sbagliate. Il giardiniere sa tutto questo è dotato di tutte le strumentazioni necessarie e sa in quali tempi intervenire". "Il giardiniere – fa notare il presidente Mati – ha una sua professionalità, che però non viene sempre riconosciuta perchè si pensa che, magari, pagare poco una persona per fare lavori di giardinaggio sia produttivo. Invece, spesso e volentieri, vedo giardinieri che vengono chiamati urgentemente per cercare di risanare dei danni, abbastanza seri, causati da persone improvvisate"."Per questo – sottolinea Francesco Mati – ai giovani interessati a questo mestiere suggerisco di confidare nel prossimo riconoscimento della figura del giardiniere che prevede anche una filiera delle professionalità richieste per realizzare una determinata opera verde. L'obiettivo è creare una sinergia tra figure professionali capaci di portare ciascuno la propria esperienza per creare opere durature e sane". "Particolare importanza – osserva – assume la formazione professionale dell'operatore florovivaista, sia a livello della formazione di base che della formazione continua. Il ministero, le Regioni e le Province autonome dovrebbero dotarsi di finanziamenti finalizzati al trasferimento più efficiente delle conoscenze dalla ricerca agli operatori, ricercando quindi un legame più diretto tra centri di ricerca e mondo del lavoro". "A Pistoia – ricorda Mati – ho promosso l'Accademia italiana del giardino, una scuola di giardinaggio altamente specializzata che raccoglie le conoscenze e l'esperienza acquisite in più di 100 anni di attività della mia famiglia. La struttura si rivolge sia ad appassionati che a professionisti del verde, attraverso due diversi percorsi formativi, mirando a integrare sapientemente conoscenza e operatività nella gestione e nella cura degli spazi verdi. Lo staff dei formatori è composto da professionisti interni alla mia azienda e da esperti del settore provenienti da diverse esperienze nell'ambito dell'architettura del paesaggio, del garden design e del giardinaggio".