Home Nazionale Associazioni Pesca: da oggi pescare tonno rosso diventa vero incubo

Associazioni Pesca: da oggi pescare tonno rosso diventa vero incubo

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Roma, 26 lug. (Labitalia) – Pescare un tonno rosso nelle acque italiane diventa da oggi "un vero e proprio incubo per i pescatori, sia professionali che sportivi". E' l'allarme che lanciano Lega Pesca e il coordinamento pesca dell'Alleanza delle cooperative italiane in occasione dello stop, da oggi, della pesca del tonno rosso, legato al raggiungimento della quota destinata alle catture accessorie e alla pesca sportiva. "Con la firma del decreto -spiega il coordinamento pesca dell'Alleanza delle Cooperative- che impone il divieto di catture accessorie per il tonno rosso, si ripropone con forza la necessità di una revisione della normativa". Secondo il coordinamento, "è indispensabile fissare nuove regole in virtù anche del buono stato della risorsa, sempre più presente nei nostri mari". "Non è pensabile – avverte – che pescare accidentalmente un tonno rosso possa dar vita, per l'operatore che lo pesca, a una serie di problemi amministrativi e ad ulteriori oneri, oltre a quelli che quotidianamente è chiamato a rispettare", sottolinea l'Alleanza nel ribadire la necessità di una revisione del sistema nazionale di gestione della quota tonno tra sistemi di pesca, prima dell'avvio della prossima campagna. E anche Lega Pesca "torna a denunciare i paradossi di una normativa ultraconservazionista di cui fa ingiustamente le spese l'intera categoria: a rigor di legge, il tonno che incappi anche solo incidentalmente in una rete non può essere rigettato in mare, né tantomeno portato a terra, perché anche lo sbarco è pesantemente sanzionato". Per l'associazione di categoria, "la temporanea riapertura della quota per catture accessorie, che pure ha dato fino ad oggi un respiro di sollievo ai pescatori, non ha certo risolto un problema che rimane aperto in tutta la sua urgenza, e che continua a invocare un ripensamento dell'intero sistema di gestione della quota di cattura nazionale"."Anche perché spinge comprensibilmente verso l'esasperazione gli operatori del settore -conclude l'associazione- già messi a dura prova da una crisi senza precedenti e sempre più penalizzati da adempimenti e incombenze burocratico-amministrative di ogni tipo".