Home Attualità 18 settembre 1938: Mussolini annuncia a Trieste le Leggi Razziali

18 settembre 1938: Mussolini annuncia a Trieste le Leggi Razziali

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A tanti, tantissimi italiani fa molto comodo dimenticare, non ricordare certi infami anniversari. Come quello del 18 settembre 1938, quando Mussolini scelse Trieste e la sua Piazza dell’Unità per annunciare l’emanazione delle famigerate leggi razziali antiebraiche, “macchia incancellabile del regime fascista e della monarchia italiana” (così commenta il Comune di Trieste, nel presentare la commemorazione, organizzata in collaborazione con la comunità ebraica di Trieste, il comitato triestino Pace Convivenza e Solidarietà “Danilo Dolci”).
Mussolini fece allestire un palco enorme in cui campeggiava la scritta DUX sotto il balconcino dal quale avrebbe arringato la folla, che fu oceanica e osannante mentre il Duce tronitruante declamava: “L’ebraismo mondiale è stato, durante sedici anni, malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del fascismo…Tuttavia gli ebrei di cittadinanza italiana, i quali abbiano indiscutibili meriti militari o civili nei confronti dell’Italia e del regime, troveranno comprensione e giustizia; quanto agli altri si seguirà nei loro confronti una politica di separazione. Alla fine il mondo dovrà forse stupirsi più della nostra generosità che del nostro rigore. A meno che i semiti d’oltre frontiera e quelli dell’interno, e soprattutto i loro improvvisati e inattesi amici che da troppe cattedre li difendono, non ci costringano a mutare radicalmente cammino”.
Alla cerimonia sarà presente anche Renzo Gattegna, presidente dell’Ucei, l’Unione delle comunità ebraiche italiane: “Ciò che più sconvolge delle Leggi razziste è il tradimento che fu perpetrato ai danni di una comunità che molto si era spesa, per il bene di tutto il paese, durante il Risorgimento e nella Prima guerra mondiale”, è l’amaro commento di Gattegna, “un capitolo vergognoso che fu annunciato da una violenta campagna di stampa e che vide la stretta complicità di regime e monarchia. Nonostante tutto molti ebrei rimasero vittime delle deportazioni perché fino all’ultimo non riuscirono a credere che il loro paese avrebbe collaborato attivamente alla realizzazione della soluzione finale ovvero del loro sterminio nei lager nazisti. Con questa cerimonia vogliamo quindi denunciare una nuova volta il crimine compiuto con la promulgazione delle Leggi e allo stesso tempo la dimensione liberticida assunta dal fascismo ben prima del 1938. Un messaggio che ci auguriamo arrivi chiaramente a chi ancora oggi, attraverso una vera e propria opera di mistificazione finalizzata a diffondere falsità storiche, vorrebbe non solo occultare gravi crimini contro l’umanità ma farne addirittura un inqualificabile motivo di vanto”.
So quanto hanno sofferto mio padre e tutti gli ebrei d’Italia. Ottomila di loro furono massacrati nei lager tedeschi, deportati grazie all’aiuto e alla complicità delle autorità repubblichine, spesso traditi dalle spie che li denunciarono per guadagnare i soldi delle taglie e per appropriarsi dei loro beni. Migliaia si salvarono scappando, costretti comunque ad abbandonare tutto ciò che avevano. Molti sopravvissero entrando in clandestinità, cambiando identità, e moltissimi furono aiutati da pochi e coraggiosi italiani che trovarono immonde le leggi razziali. Molte porte di conventi e monasteri si aprirono per accogliere gli ebrei. Centinaia scelsero la lotta partigiana e immolarono le loro vite per la libertà e la democrazia. Ma quegli anni terribili e drammatici, dal 1939 al 1945, lasciarono tracce indelebili nell’animo di chi si sentì braccato e preda. Nessuno mai ha risarcito le vittime dell’antisemitismo italiano, le vittime dei deportati, le vittime di furti, spoliazioni, violazioni, le vittime dei più spregevoli crimini che costellarono la non vita di persone colpevoli solo di essere ebrei.