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L’assemblea comunale del PD di Arezzo

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Considerato che:
– con il Decreto Legge n° 95 del 16 luglio 2012, il Governo Monti ha regolato il riordino delle province, fissando i criteri di accorpamento (GU del 24.7.12) ed il percorso istituzionale per la definitiva conclusione di questo importante processo che si concluderà con la trasmissione dei nuovi piani approvati dai Consigli Regionali;
– le nuove province dovranno rispettare i requisiti minimi di 350.000 abitanti o 2500 chilometri quadrati;
– In questo contesto normativo, il Presidente della Regione Enrico Rossi, in occasione di una festa del PD di Siena, ha ridisegnato il modello istituzionale della regione Toscana in tre aree vaste (nord, sud, centro) individuando anche i capoluoghi delle nuove aggregazioni provinciali (Pisa, Firenze e Siena) provocando uno strappo istituzionale senza precedenti ed innescando la reazione del partito Democratico aretino, dei sindaci e dei presidenti delle province coinvolti;
– In questo contesto il livello regionale del PD toscano non ha sviluppato nessun percorso di condivisione che approcciasse il tema del riordino istituzionale del nostro territorio per facilitare la discussione pubblica;
– La Provincia di Arezzo possiede, in data odierna, secondo i dati ISTAT basati sulle anagrafe comunali, il numero di abitanti sufficienti per continuare ad esercitare il proprio ruolo nel contesto istituzionale toscano;
– Il Comune di Arezzo, secondo la norma, possiede i requisiti necessari per divenire anche il capoluogo della nuova Provincia che, secondo l'ipotesi del governatore, comporterebbe l'aggregazione con Siena e Grosseto.
Ciò premesso,
Il PD di Arezzo valuta inadeguata la risposta del Governo Monti sulla questione del riordino delle province in quanto non risponde alla domanda di semplificazione burocratica dei cittadini ma, al contrario, allontana ancora di più i processi decisionali. Le nuove province, infatti, saranno enti di secondo livello e, di conseguenza, non più di elezione diretta dei cittadini.

Preso atto del dettato normativo, riteniamo che:
– La Provincia di Arezzo continui la propria attività istituzionale, in quanto in linea con tutti i parametri richiesti dalla legge;
– Il Comune di Arezzo, anche nell'ipotesi di accorpamento con i comuni di Siena e Grosseto, continui le proprie funzioni di capoluogo di provincia sempre in linea con le determinazioni del Decreto Legge e per il ruolo economico e storico che ha rivestito nei secoli all'interno della Regione Toscana.
Il PD di Arezzo nel rispetto del confronto tra i livelli istituzionali, assieme al Sindaco di Arezzo e il Presidente della Provincia chiede con forza l'impegno:
– ai Consiglieri Regionali e ai parlamentari aretini a farsi promotori di un’iniziativa forte (nel caso in cui la Regione Toscana decida, come già annunciato, di voler agire sul Governo per ottenere alcune modifiche all'attuale dettato della legge, in relazione alla questione del riordino delle Province) tesa ad ottenere una riscrittura dell'attuale testo del comma due dell'art.17, in modo tale da affermare chiaramente il diritto della Provincia di Arezzo a veder riconosciuta l'esistenza attuale del requisito della popolazione residente;
– ai consiglieri regionali (nel caso in cui la Regione decida di procedere entro i limiti ristretti fissati dalla legge vigente) a vigilare e a difendere con il massimo vigore i diritti e gli interessi della comunità locale, di fronte a eventuali tentativi di disconoscere il reale peso del territorio aretino, nella definizione e nel successivo percorso dell’ipotesi di riordino, che dovrà essere deliberata dal Cal, inviata alla Regione e da quest'ultima – come previsto dall'art.17 della legge – fatta propria e trasformata in una vera e propria proposta da trasmettere al Governo.
– ai Consiglieri Regionali e ai Parlamentari di votare esplicitamente a favore di provvedimenti che vedano la Provincia di Arezzo riconosciuta come avente diritto all'autonomia o, in alternativa, riconosciuta come capoluogo di un’aggregazione più ampia tra le province.
– al PD Toscano un coinvolgimento maggiore nei processi decisionali che riguardano temi così sensibili, come la ridefinizione dell'intero sistema di relazione tra i territori rispettando le prerogative degli iscritti e dei dirigenti all'interno della vita del partito Democratico stesso;
– al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi di sostenere e accogliere le legittime richieste del Partito Democratico e di tutte le Istituzioni Aretine.