![Dacia Maraini ospite del Giardino delle IDEE Dacia Maraini ospite del Giardino delle IDEE](https://arezzoweb.it/wp-content/uploads/2012/12/20121212_dacia_maraini.jpg)
Nella narrativa di Dacia Maraini si colgono tre attitudini espressive.
Ci sono infatti libri come Bagheria e La grande festa in cui ha grande spazio la memoria, l’evocazione di persone care in una esistenza ricca e avventurosa, nella malinconia della lontananza o della perdita.
Altri libri come La lunga vita di Marianna Ucrìa e al Treno dell’ultima notte hanno una costruzione più articolata e complessa, ambiscono all’affresco di una società e di un tempo storico.
Ci sono infine le storie attinte dalla vita quotidiana e dalla stessa cronaca come in Buio ).
L’amore rubato appartiene senza dubbio a questa categoria.
E Dacia Maraini sarà ospite del Giardino delle IDEE il prossimo sabato 15 dicembre 2012 alle ore 17.00 nella consueta cornice della Sala delle Muse del Museo Nazionale d’Arte Medioevale e Moderna di Arezzo in via San Lorentino, 8 (INFO: 0575 409050) con ingresso libero e gratuito.
Ad introdurre e moderare l’incontro Barbara Bianconi con gli approfondimenti e le analisi della giornalista Nadia Frulli.
Otto racconti che non si possono dire femministi, per quel tanto di programmatico e di fazioso che si accompagna al termine, ma animati, questo sì, da una viva sollecitudine per la condizione femminile.
E’ la donna vittima di arcaici pregiudizi e inaudite violenze esercitate su di lei fin dal suo primo sboccio.
E’ l’amore, considerato spesso nella fattispecie più rozza, che si pretende dovuto e si risolve nel tirannico possesso della femmina, piegata al risarcimento delle voglie e delle frustrazioni maschili.
Dacia Maraini ci racconta di percosse, stupri, sequestri, uccisioni.
Certe efferatezze estreme, per quanto documentate ampiamente dai notiziari giornalistici e televisivi, hanno del patologico.
Ma altre, come quella di Marina che si presenta al Pronto Soccorso con lividi e fratture, sostenendo ogni volta di essere caduta per le scale, danno il senso di una dolorosa normalità.
A impressionare è anche il contesto familiare e sociale che favorisce o legittima le aberrazioni sessuali.
Abbiamo il padre invaghito della sua bambina, che l’agghinda e la educa come una seduttiva aspirante diva.
Un intero paese che, comprese le sue istituzioni, assolve i ragazzi di buona famiglie che si sono macchiati di una turpe violenza di gruppo.
E intorno alla donna che, vittima di uno stupratore, si risolve ad abortire, si addensano agghiaccianti distrazioni e complicità.
Dacia Maraini si fa testimone, per procura, di queste crudeltà e sopraffazioni.
Storie che conosciamo ma che la Maraini denuncia con forza, fino a scuotere ogni riposo morale, con la sobrietà e la nettezza di una parola che quasi si ritrae davanti alla nudità dei fatti.