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Coldiretti: prestazioni veterinarie alle stelle, allevatori in rivolta

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Coldiretti: prestazioni veterinarie alle stelle, allevatori in rivolta

Chianina addio? Il rischio c’è: il nuovo tariffario Asl, in vigore dallo scorso 3 settembre, sta mettendo in ginocchio la zootecnia aretina. Le prestazioni veterinarie sono arrivate alle stelle e gli allevatori sono pronti a mobilitarsi. La denuncia viene dalla Coldiretti di Arezzo, che attacca l’introduzione del nuovo tariffario regionale che prevede prezzi in forte rialzo, applicati dai Dipartimenti di prevenzione delle aziende Usl per le prestazioni veterinarie e di igiene degli alimenti di origine animale ad allevamenti e macelli.
“Siamo di fronte ad aumenti stratosferici, che, in alcuni casi – spiega Tulio Marcelli, presidente della Coldiretti aretina – superano addirittura di due o tre volte gli importi pagati fino ad oggi da allevatori e macellai. Ad esempio il passaporto dei bovini da 1 euro e 36 centesimi è passato a 4 euro. Un rincaro inaccettabile, tra l’altro, deciso in modo unilaterale, senza alcuna forma di concertazione con produttori e macelli, i protagonisti che, ogni giorno, sono impegnati nel portare avanti questo mestiere e questa forma di allevamento che, altrimenti, verrebbe persa”.
Quello che la Coldiretti definisce “un nuovo balzello”, infatti, colpisce “un settore che sta attraversando un momento delicato, come dimostrano i dati che raccontano un calo continuo, e speriamo non irreversibile, di capi e di aziende” spiega ancora Marcelli: in provincia di Arezzo, fino al 2000, si contavano circa 7.000 capi bovini, soprattutto chianini, scesi oggi a 3.270, mentre gli ovini sono in una situazione ancora più difficile con un numero di allevamenti in continua diminuzione, anche e soprattutto per l’insostenibile situazione degli attacchi alle greggi da parte di predatori come il lupo che nelle ultime settimane ha falcidiato decine e decine di ovi-caprini”.
“All’aumento dei costi di produzione si aggiunge, poi, il calo della redditività e, come se non bastasse – commenta Giampiero Marotta, direttore Coldiretti Arezzo – quest’anno, gli allevatori hanno dovuto fare i conti anche con problemi importanti come la siccità che ha caratterizzato i mesi estivi, riducendo drasticamente la produzione di foraggere. Insomma se non si cambia rotta rischiamo di togliere al meraviglioso paesaggio agreste toscano la bellezza dei pascoli animati da mandrie e greggi, un valore aggiunto paesaggistico inestimabile anche dal punto di vista turistico”.