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‘AGD: abbiamo già dato’

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“AGD”, ovvero “abbiamo già dato”: con questo slogan la Fp Cgil va allo sciopero generale dei servizi pubblici del 28 settembre. Manifestazione nazionale a Roma promossa con la Uil.
E cosa è stato dato lo hanno ricordato stamani i dirigenti della Fp di Arezzo: “al fondo sanitario nazionale sono stati tagliati dal Governo 21 miliardi di euro; i posti letto sono stati ridotti senza che venisse attuata una serie politica di assistenza territoriale; sono stati azzerato i fondi per l’edilizia sanitaria e la non autosufficienza. La sintesi è che i cittadini hanno meno assistenza e minori prestazioni da parte del Servizio sanitario nazionale. E se osserviamo il problema dalla parte del lavoratori del settore, registriamo il blocco dei contratti di lavoro da quattro anni; il licenziamento dei precari e nessun investimento nella formazione professionale. Come se questo non bastasse anche a livello locale stiamo registrando progressivi affidamenti di servizi a strutture del volontariato con evidenti danni al sistema delle cooperative che gestisce i servizi con competenza e professionalità, ai suoi lavoratori ed ai cittadini che non potranno più contare su di un servizio di qualità fornito da operatori qualificati. I tagli del 5% agli appalti in Toscana si tradurrà nella perdita immediata di almeno 500 posti nel settore della cooperazione sociale. Ci sono quindi molte e forti ragioni per sostenere lo sciopero del 28 settembre”.

Secondo la Cgil, alla base dei nuovi problemi che stanno emergendo e si stanno aggravando c’è il cosiddetto decreto “spending review”, convertito in legge ad agosto: “è l’atto, temiamo nemmeno finale, di una serie di interventi di natura finanziaria che, a cominciare dal precedente decreto “salva-Italia”, hanno operato su di un'unica direttrice di marcia: il restringimento dei perimetri e degli spazi pubblici quali precondizioni per la completa liberalizzazione/privatizzazione delle attività pubbliche. L’obiettivo è indebolire la macchina pubblica, renderla inefficiente, comprimerne le potenzialità, destrutturarne la missione sono i tratti di unione che tengono insieme tutti i provvedimenti del Governo sul lavoro pubblico. Siamo ben lontani dalla volontà di riformare, riorganizzare, migliorare l’azione pubblica. Lontani dal rididesgnare positivamente il welfare attraverso un nuovo rapporto fra cittadini e diritti, fra bisogni e tutele, fra pubblico e privato”.
Tra gli obiettivi dello sciopero del 28 settembre, la FP Cgil individua “un ripensamento radicale degli interventi assunti nei provvedimenti “spending”, a cominciare dalle questioni legate ai livelli occupazionali (precari/esuberi), e dall’altro devono poterci garantire la possibilità, attraverso una attenta interlocuzione con il Paese, di far leggere a tutti, alla politica, ai cittadini, ai giovani e ai pensionati la reale portata delle politiche del Governo sul lavoro pubblico: la distruzione di un modello sociale che, pur con le difficoltà che nessuno disconosce, ha fondato i suoi architravi sull’universalità delle prestazioni, sull’inclusione e sulla tutela sociale, sul sistema dei diritti di cittadinanza, sul lavoro”.
Lo sciopero generale del 28 settembre – conclude la Cgil “può, anzi deve essere interpretato come l’occasione per rilanciare un idea di riorganizzazione e valorizzazione del lavoro pubblico e ribadire che il pubblico deve sempre avere il controllo diretto sui servizi in risposta agli effetti devastanti della crisi in atto: rimettere al centro i cittadini, i giovani, i pensionati, i precari e i disoccupati, i loro bisogni, la loro maggiore richiesta di tutela e protezione sociale è la grande sfida che lo sciopero si incarica di lanciare al Governo”.

Articlolo scritto da: CGIL Arezzo