Home Cultura e Eventi Cultura ‘Oleandro Bianco’ un libro di Janet Fitch

‘Oleandro Bianco’ un libro di Janet Fitch

0
‘Oleandro Bianco’ un libro di Janet Fitch

Arezzo – "Ho scelto di recensire il libro che ho dichiarato sovente essere uno dei miei preferiti, la storia di un percorso adolescenziale di una ragazzina, raccontato da una donna adulta, Janet Fitch, classe 1955, nata il 9 novembre. Che coincidenza, uno Scorpione come me! Altra coincidenza, anche lei nata in una famiglia di voraci lettori. Partita con l'idea di diventare storica, ha poi realizzato che il suo sogno era scrivere. Attualmente è docente alla University of Southern California.
Dal suo libro è stato tratto anche un film, molto bello, ma si sa che “è sempre meglio il libro del film”.
Oleandro bianco. L'oleandro è uno dei fiori più belli ma anche dei più velenosi che si conoscano. Il suo veleno sarà l'arma del delitto che fungerà da fattore scatenante per la narrazione. Non si tratta di un thriller con colpi di scena, semplicemente il libro racconta una serie di conseguenze inevitabili dovute all'omicidio. Una poetessa di nome Ingrid, donna di rara bellezza, ma dal cuore velenoso, proprio come un oleandro, uccide il suo amante, finendo in carcere. Ma non è lei la protagonista del libro. Tutta la storia è narrata in prima persona dalla figlia Astrid, dodicenne senza padre, artista in erba, all'inizio della storia dolce e fiduciosa, anche se triste per la separazione dalla madre. Il suo cambiamento inizia lentamente, nella prima casa in cui va in affidamento, lasciandosi sedurre dal fidanzato della madre affidataria, un uomo già adulto che inconsciamente lei vede come quel padre che non ha mai avuto. Proseguirà il suo cammino passando da una famiglia all'altra, perdendo la fiducia nel prossimo, armandosi di un velato cinismo e di una crudele indifferenza che sono solo armi di sopravvivenza finché, inaspettatamente, conoscerà un'attrice dal carattere debole, di nome Claire, che nonostante tutto le darà l'amore che si dà a una figlia, quello che Astrid sente di non aver mai avuto abbastanza da Ingrid, una donna egoista e manipolatrice.
Purtroppo Astrid si ritroverà di nuovo sola, ormai estranea al resto del mondo, trovando comunque un modo per andare avanti nonostante tutta la sofferenza sperimentata in quei lunghi sei anni. L'unica cosa che terrà sempre con sé è appunto l'arte, il suo specchio interiore che riflette il suo dolore e le sue domande.
Avevo quindici anni quando ho letto questo libro (vidi prima il film e poi comprai il libro) e nonstante fossi solo una ragazzina, lo compresi appieno. Non parlo di comprensione solo dal senso sintattico e stilistico (uno stile ruvido e tronco, che ricorda spesso poesie in prosa) ma dei comportamenti fragili e contraddittori dei protagonisti, che non volevo giudicare, che non riuscivo a biasimare, per tutto quello che mi avevano trasmesso. Un'adolescente persa, una madre egoista, una donna debole, ma questi non sono difetti che abbiamo tutti?
Come ci saremmo comportati noi di fronte a quello che gli esseri umani temono di più: l'abbandono?

Oleandro bianco, p. 413, euro 7, 80, editore Net collana Narrativa.
Da Oleandro bianco è stato tratto un film dal titolo White Oleander, con Alison Lohman nel ruolo di Astrid, Michelle Pfeiffer nel ruolo di Ingrid e Renée Zellwegger nel ruolo di Claire, per la regia di Peter Kosminsky.

Di Janet Fitch è stato pubblicato un altro libro in Italia, Paint it black.

Articlolo scritto da: Irene Mori