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Infrastrutture: no all’isolamento e all’ennesima penalizzazione

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Infrastrutture: no all’isolamento e all’ennesima penalizzazione

ARezzo – “Un grande accordo per infrastrutture strategiche di interesse nazionale”: le chiama così il Governatore Rossi le grandi opere in Toscana per le quali ha chiesto ed ottenuto dal ministro Mattioli 600 milioni di euro. Un accordo non facile di questi tempi di scontri politici e di tensioni post elettorali: vien da pensare che sia prevalso il comune senso toscano per una regione parte integrante di quell'Italia di mezzo dimenticata da troppo tempo, schiacciata e compressa tra le rivendicazioni del nord e le esigenze del sud Italia. Ma scorrendo l'elenco degli interventi, riportati in dettaglio da tutti gli organi di stampa, ben presto la soddisfazione lascia il posto all'indignazione. Siamo dinanzi all'ennesima beffa per il nostro territorio completamente escluso dagli interventi che Rossi definisce strategici. Forse che il completamento della E78 e il nodo di Olmo sono opere marginali da declassare e rinviare sine die?
E dire che non sono mancate prese di posizione eclatanti (come quelle alla Galleria della Guinza), provocazioni a suon di pedaggi più o meno temporanei, tavoli di lavoro come quello promosso dalla Camera di Commercio o intese interprovinciali o interregionali: di tutto e di più pur di mantenere alta l'attenzione sulle infrastrutture che consentirebbero al territorio aretino di uscire dall'isolamento. Ma tutto ciò sembra come scomparso dalla cartina geografica del nostro Governatore.
E dire che non stiamo parlando di investimenti colossali rispetto alle opere raccomandate dal Presidente Rossi…
Il tema è serio e complesso ed investe non solo la disponibilità delle arterie e la sicurezza stradale, ma anche le ricadute economiche su un comparto, come quello delle costruzioni, da troppo tempo in attesa di interventi vitali per piccole e medie imprese a lungo penalizzate dagli effetti della crisi.
Allora adesso c'è bisogno – più di prima – di un patto di ferro tra istituzioni locali e mondo economico di questa provincia per mettere in atto azioni e mobilitazioni, nessuna esclusa, per denunciare atteggiamenti da serie B che questo territorio non intende più accettare.
Già ad inizio giugno gli stati generali dell'oreficeria hanno fatto scendere in piazza istituzioni, imprese e lavoratori per denunciare le difficoltà del settore trainante per l'economia provinciale. CNA adesso si prepara ad un nuovo appuntamento. La nostra organizzazione ha concertato un'azione di protesta contro il rischio di pedaggio sul tratto stradale Bettolle – Perugia: il prossimo 24 giugno alcune centinaia di camion, sotto il coordinamento operativo di CNA Arezzo, Siena e Perugia, occuperanno nei due sensi il tratto tra Perugia e Castiglion del Lago come forma di protesta che vede in prima fila non solo il settore dell'autotrasporto ma tutto il mondo economico che sarebbe penalizzato da quell'intervento.
Noi rappresentiamo un tessuto imprenditoriale che ha bisogno di investimenti e di essere sostenuto, prima di tutto con interventi infrastrutturali adeguati e non più rinviabili: se i protocolli, gli accordi, le intese sono fiato sprecato, non rimangono che manifestazioni eclatanti per dare risposte attese da troppo tempo.