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Dimissioni inaspettate in Confesercenti

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Arezzo – Rammarico in via Fiorentina per le dimissioni del Presidente Alberto Papini, di Ivan Cipriani e Silvano Amatucci. C’è dispiacere per le scelta operata dai dirigenti che hanno rassegnato il proprio mandato ma l’associazione prosegue il proprio lavoro. È questo ciò che vogliono gli associati. Il vice presidente Barbara Brogi ha raccolto le redini dell’associazione prendendo la guida della giunta.
“Un momento sicuramente non semplice – dichiara Barbara Brogi, 54 anni, operatrice nel settore del turismo – per l’associazione di categoria e che affronteremo con la serenità giusta per proseguire la strada tracciata fino ad oggi. Confesercenti esce da anni in cui si è contraddistinta con posizioni autorevoli su delicate questioni portate avanti nell’interesse del sistema economico del nostro territorio e delle attività commerciali”.
“L’associazione di categoria – continua il presidente ad interim – è una realtà consolidata nel territorio e in espansione. Contiamo sulla fiducia di oltre 2.500 iscritti e cinque sedi operative in tutto il territorio provinciale. Abbiamo recentemente acquistato la nuova sede in Valdarno e possiamo vantare ben 44 dipendenti che lavorano negli uffici provinciali. Una situazione aziendale stabile che ci permette di guardare avanti con prudenziale ottimismo e che ci permetterà di superare i momenti di incomprensione”.
Rammaricato e dispiaciuto anche il direttore Mario Checcaglini che commenta: “Ai dirigenti dimissionari va il ringraziamento per il lavoro svolto fino ad oggi. L’amarezza è che le motivazioni con cui sono state rassegnate le dimissioni fanno torto alle tante persone, donne e uomini, impegnate in associazione che si confrontano e discutono per cercare le migliori soluzioni per i problemi della categoria. Prendiamo atto delle dimissioni senza entrare nel merito ma ci amareggiano le motivazioni. Discutere fa parte della democrazia ed il confronto è basilare in un’associazione di categoria. Durante l’attività di qualsiasi associazione capita spesso che le decisioni pur collegiali non vengano prese all’unanimità ma non per questo significa non essere democratici. Tutt’altro”.