Home Cronaca Delitto Garlasco, chiesti 30 anni per Stasi

Delitto Garlasco, chiesti 30 anni per Stasi

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Milano, 22 nov. (Adnkronos) – Il sostituto procuratore Laura Barbaini ha chiesto la condanna a 30 anni di carcere per Alberto Stasi accusato dell'omicidio con l'aggravante della crudeltà della fidanzata Chiara Poggi uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. L'accusa, durante la seconda udienza del processo d'appello, ha ricostruito davanti ai giudici della seconda sezione penale della Corte d'Appello di Milano quanto accaduto la mattina del delitto nella villetta di via Pascoli e ha fissato la morte di Chiara "tra le 9;12 e le 9;35". Se secondo il pg Barbaini, che ha parlato per circa quattro ore e mezza, non c'è un movente chiaro per il delitto, Alberto resta l'unico assassino 'possibile' "perché le indagini alternative non hanno portato a nulla". Chiara Poggi, secondo l'accusa, è stata uccisa con un martello e sui gradini delle scale su cui è stato trovato il suo corpo senza vita c'è la chiave per scoprire chi l'ha ammazzata. L'accusa ha chiesto nella sua discussione di effettuare nuovi accertamenti sulle macchie di sangue trovate sul pavimento e sulla scala della villetta dove è avvenuto il delitto. In particolare il sostituto procuratore ha chiesto di verificare l'essiccamento delle macchie sul pavimento della villetta Poggi per accertare, al di là di ogni dubbio, la possibilità che Alberto entrando potesse non macchiarsi le suole delle scarpe. Proprio le suole 'immacolate' di Alberto avevano destato i primi sospetti degli inquirenti ma le successive relazioni fornite dagli esperti in primo grado avevano portato alla sua assoluzione davanti al gup di Vigevano Stefano Vitelli. L'accusa ha chiesto inoltre che venga verificata anche la possibilità che Alberto potesse non macchiarsi scendendo due gradini delle scale su cui è stato trovato il corpo senza vita della 26enne. Diversamente da quanto previsto, invece, l'accusa non ha chiesto di riascoltare la telefonata fatta da Alberto al 118, né la testimonianza di Franca Bermani, vicina di casa della famiglia Poggi. L'accusa non ha chiesto neanche nuovi accertamenti sul pc di Alberto al quale, secondo la difesa, stava lavorando la mattina del delitto. Secondo l'accusa dalle foto scattate nella villetta di via Pascoli non è possibile risalire al grado di essiccamento delle macchie di sangue e dunque servono nuovi accertamenti per stabilire l'innocenza o la colpevolezza dell'ex bocconiano. Spunta intanto un sms tra Alberto e un amico nel giallo sull'omicidio di Chiara. Nell'aula della seconda sezione penale della Corte d'Appello di Milano, il sostituto procuratore ha parlato di un messaggio che l'imputato ha inviato alle 2 di notte, tra l'11 e il 12 agosto 2007, a un amico in vacanza al mare. Un sms poi cancellato da entrambi e che risale a 31 ore prima dell'omicidio di Chiara ma che secondo l'accusa "segnala un'emergenza". Non solo: l'accusa cambia di nuovo l'orario del decesso e lo colloca tra le 9.12 e le 9.35 del 13 agosto 2007. Nella requisitoria-bis del processo di primo grado, invece, i pm avevano sostenuto che l'omicidio della 26enne fosse avvenuto nella seconda parte della mattinata. Oggi, invece, l'accusa torna a sostenere quanto ritiene la parte civile cioè che Chiara è morta poco dopo le 9. Si tornerà in aula giovedì prossimo , quando a prendere la parola saranno i difensori dell'ex bocconiano pronti a dimostrare l'innocenza del proprio assistito. Alberto, presente come sempre in aula, è andato via accompagnato dai legali senza rilasciare alcuna dichiarazione.

Articlolo scritto da: Adnkronos